XXVIII domenica del tempo ordinario
Il Vangelo di questa domenica ci parla di un banchetto di nozze, una festa grandissima. Voi, siete mai stati invitati ad un pranzo di matrimonio? Io sì e credo sia difficile dimenticare il clima di gioia che regna in quei momenti ed è pure difficile dimenticare il pranzo! Viene portato ogni ben di Dio!
A volte trovo che, in queste occasioni, il cibo sia esageratamente abbondante perché anche le pance più grosse non ce la fanno a mangiare tutto… Io, che ho una pancia piccolina, mi ritrovo a mangiare pochissimo rispetto a quello che viene portato, e poi il vedere che il surplus di cibo viene buttato mi rende davvero triste pensando che ci sono persone che muoiono di fame…
Ma il pranzo della parabola era ambientato in tempi diversi dai nostri.
Una volta le persone invitate ne approfittavano per mangiare un po’ di più perché il cibo quotidiano scarseggiava ed allora, nelle occasioni di festa, facevano un po’ di scorta…
Questo matrimonio di cui si parla nel Vangelo di oggi, però, è “speciale”: qui c’è Dio, rappresentato da un re, che fa gli inviti per le nozze di suo figlio, nel quale è facile immaginare Gesù.
La parabola, dunque, ci parla del Regno di Dio come di una festa nuziale, una festa in cui tutto è abbondante… è abbondante soprattutto l’amore di Dio per noi.
Non so se avete notato, ma non si parla mai della sposa. Che strano, vero?
Nei nostri matrimoni è l’argomento principale: il vestito, il trucco, l’acconciatura…
Qui invece l’argomento principale sono gli invitati.
Ma chi sono gli invitati? Siamo noi che il Signore cerca e invita. Vuole costruire una storia di amore con noi.
Le nozze, in generale, significano che si vuole essere in comunione per sempre con la persona amata. Ecco, è questo che Dio desidera: stare in unità con noi.
Il nostro rapporto con Dio non è dunque quello di un servo col suo padrone ma quello di uno sposo con la sua sposa, un rapporto fatto di comunione di vita, un rapporto di dialogo, di perdono, di fiducia.
Dite, voi, a Gesù che gli volete bene? È importante questo!
Alla mamma lo dite? Penso proprio di sì perché “il dirsi” l’amore lo fa crescere, lo fa diventare sempre più vero fino al punto da dare la vita… non fisicamente, ma facendo dei piccoli sacrifici, rinunce, piccoli gesti d’amore che fanno capire che l’altra persona è la cosa più bella che il Signore ci ha donato.
Allora, tornando alla parabola, noi siamo gli amati, gli invitati a nozze e ogni giorno abbiamo la possibilità di rispondere a questo invito.
Però c’è un grosso pericolo: possiamo rifiutare.
A voi è mai capitato di dire di no ad un invito di compleanno di un vostro amico? Magari sì se eravate malati… ma non per altri motivi più futili, penso…
Quanto male ci sarebbe stato il vostro amico se voi aveste detto che avevate delle altre cose più importanti da fare? Avrebbe potuto pensare che la vostra non era vera amicizia!
Ecco, agli invitati a queste nozze della parabola non interessava l’invito perché avevano scelto le loro occupazioni che ritenevano più importanti, più sicure. Per dirla in breve, a loro non interessavano le nozze, non interessava l’amore, non interessava donare un qualcosa di sé (il tempo o i loro impegni, ad esempio) per ricambiare l’amore del re. Pensavano solo a se stessi e, quando si pensa solo a se stessi, si diventa nervosi, chiusi, a volte anche cattivi. Avete sentito cosa hanno fatto gli ospiti della parabola?
Hanno insultato e addirittura ucciso coloro che erano andati ad invitarli…
Preferivano l’IO a DIO. Quante volte anche noi scegliamo l’IO piuttosto che DIO?
Lo facciamo ogni volta che non scegliamo l’Amore… e non parlo di cose grandi ma di piccoli gesti nei confronti di mamma, o papà, o fratelli, o compagni di scuola, o nonni…
Voglio soffermarmi in particolare sui nonni, sulle persone anziane in genere.
In questa nostra società ce ne sono tantissime grazie ai progressi della medicina che permette di vivere più a lungo di una volta. Ma come vivono questi anziani?
O in case di riposo, o con badanti, o da soli.
Io vado a portare la Comunione a delle vecchiette che vivono da sole ed ogni volta mi si stringe il cuore nel vedere il desiderio che hanno di compagnia, di essere ascoltate… Una nonna, in particolare, non mi lascia mai andare via e, quando mi alzo per tornare a casa, lei mi segue e continua a parlarmi dal pianerottolo del primo piano fino a quando arrivo giù in giardino…
Vedete come possiamo rispondere a Dio che ci invita?
In questo caso io sono invitata a nozze andando da quelle vecchiette… ma ci sono tanti altri momenti in cui anche ognuno di voi è invitato a nozze. Provate a pensarci…
Tornando alla parabola, cosa avreste fatto voi se gli ospiti non fossero venuti?
Io, credo, li avrei mandati a farsi friggere ed avrei lasciato perdere.
Ma Dio no, perché lui è il contrario dell’egoismo: davanti a tutti i rifiuti continua ad invitare, non rimanda la festa, anzi, coinvolge altre persone, risponde con un amore sempre più grande.
In questa parabola, inoltre, c’è un qualcosa che mi ha sempre stupito: il fatto del commensale che non indossa l’abito bianco.
Dovete sapere che, una volta, chi preparava un banchetto nuziale metteva a disposizione un guardaroba per gli invitati più poveri o che avevano dovuto fare un lungo viaggio. Come mai quell’invitato non l’aveva indossato? Avrebbe potuto metterlo perché c’era anche per lui!
Il re dunque va a salutare i partecipanti e, chiamando comunque “amico” quest’uomo senza l’abito, gli chiede perché non ce l’ha, ma questo ammutolisce e così viene gettato fuori.
Voi che vestito avete? Sicuramente bello perché l’hanno comperato i vostri genitori. Ma qui non parliamo del vestito esteriore… proviamo a guardare sotto il giubbotto, sotto il maglione, sotto la maglietta! Guardiamo il cuore.
Come è vestito il vostro cuore? Se è vestito d’indifferenza, stanchezza, noia, capricci, egoismi, gelosie, allora non ci siamo…
Sentite cosa ha detto san Paolo: “Siamo rivestiti di Cristo”, cioè il nostro vestito quotidiano è proprio Gesù, che non è un vestito che ti puoi mettere o togliere, no!
È la stessa identità di Cristo: uniti a Cristo fino ad essere una cosa sola.
Sapete quando tutti noi abbiamo ricevuto la stessa identità di Cristo, la veste bianca? Nel giorno del nostro Battesimo: è questo il nostro abito nuziale.
Certo che non è scontato che resti sempre bianco… spesse volte lo possiamo sporcare con delle macchioline che sono i nostri peccati.
Come fare allora per farlo ritornare bianco?
Andando a ricevere senza paura il perdono del Signore attraverso il Sacramento della Riconciliazione: è il passo necessario per entrare nella sala delle nozze per vivere la festa dell’Amore con Lui.
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