XXXI domenica del tempo ordinario

Che Gesù se la cavi sempre e alla grande quando qualcuno cerca di metterlo dialetticamente alle corde potrebbe essere materia di studio da parte di psicologi, i quali tuttavia dovrebbero accedere al livello ultimo dell’intelligenza, quello spirituale appunto, senza ovviamente trascurare il livello razionale e quello emozionale… almeno per non venire messi all’angolo loro stessi come capitò agli scribi con Gesù.

Soprattutto su un tema così grande e importante quale quello del primato in classifica dei comandamenti.

Ma siccome nulla è nuovo sotto il sole, capita anche oggi di assistere a dibattiti e confronti dialettici dove non ci si intende perché i due contendenti si muovono su diversi livelli di intelligenza.

Con Gesù capita sempre così e la vince sempre Lui, ovviamente. C’è da riflettere, quindi, quando i fedeli di oggi, alle prese con le esigenze radicali del messaggio evangelico, cercano scorciatoie e arrangiamenti quasi a voler tirare Gesù dalla loro parte… anziché semplicemente ascoltarlo.

Infatti la risposta di Gesù alla domanda dello scriba d’allora (e agli interlocutori di oggi) esordisce così: “Ascolta Israele”… che non è un vero e proprio comandamento, ma una soave indicazione di predisposizione d’animo che permette poi di accogliere la risposta precisa.

Ne consegue per noi oggi, così ubriachi di opinioni, di smetterla una buona volta di pensare, di controbattere, di distinguere, di fare ricorso ai se, ai ma, ai però… e metterci semplicemente ad ascoltare, soprattutto se a parlare è Gesù… che ha parole di vita eterna.

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