III domenica del tempo ordinario

Giovanni viene arrestato e Gesù sembra disinteressato e se ne va ad abitare vicino al mare. Sembra quasi l’inizio di una vacanza in una multiproprietà vicino alla spiaggia. E invece, in quel momento, inizia la sua missione. 

La missione di Gesù è legata a quello che aveva annunciato il Battista e prima di lui il profeta Isaia: una luce verrà nella Galilea delle genti (la Galilea abitata da stranieri e infedeli pagani). Quella regione che sembrava destinata a morire ora riceve un germe di vita. Una possibilità di risorgere grazie alla presenza di Gesù che avrebbe convertito alcuni cuori.

Infatti, il Signore passando per la riva del mare chiama alcuni sui quali vuole investire. L’opera del Signore inizia con pochi “follower”, con pochi seguaci. 

Anzitutto Gesù ci insegna che non bisogna partire con grandi ideali, perché gli ideali sono astratti, ma bisogna partire con poche idee chiare: Gesù vuole qualcuno che lo aiuti a proporre un nuovo modo. È interessante che chiami due lavoratori del mare. Il mare è un elemento negativo nella Scrittura: indica pericolo e morte. 

Gesù chiama questi pescatori perché vuole dare un significato nuovo alle cose. “Vi farò pescatori di uomini” significa che vuole essere aiutato a prendere quante più persone possibili e toglierle dal pericolo della morte eterna e portarle nel regno di Dio. Lui è il Regno, anzi Lui è l’autostrada per il regno: chiunque si affida a Lui entrerà nel regno dei Cieli dove lui è già.

Il Signore ci sta invitando a non vivere una religione intimistica e personale, ma una fede. Religione infatti significa insieme di regole che l’uomo si dà per avvicinarsi a Dio. Ma Gesù dice: il regno dei cieli è vicino, sono io, convertitevi, aprite gli occhi e seguitemi. Rispondere a questa chiamata è un atto di fiducia, dunque è fede: cioè mi fido di una persona che vuole avere una relazione con me. 

Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni hanno capito questo e iniziano a seguirlo. Anzi, dice l’evangelista: “lasciare le reti subito lo seguirono”. Quei pescatori che vivevano del loro lavoro, lasciano famiglia, barche e reti, uniche certezze della loro vita, per lanciarsi tra le mani di uno sconosciuto che con la sola voce e il solo sguardo suscita in loro fiducia e amore.

Se non ci sentiamo guardati con amore, difficilmente ci fidiamo. Il problema è che forse oggi siamo più concentrati a guardare i nostri profili social e apparire sempre al top, anche se dentro abbiamo la guerra. Quella guerra, però, può smettere solo riesci a incrociare lo sguardo di amore del Padre che ti sta chiamando e attende la tua risposta piena.

Quali sono le tue certezze di vita? Lasceresti le tue certezze per il Signore?
Ti sei sentito guardato con amore da Dio? Se sì, quando?

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