Domenica XXII del Tempo Ordinario

Un altro Messia

Povero Pietro! Ha faticato, e non poco a dichiarare che il falegname di Nazareth è il Messia atteso da Israele.

Troppo diverso il suo modo di servire il Regno, troppo audace la sua predicazione, troppo innovativa la sua idea di Dio per poterlo identificare con il nuovo e glorioso re Davide che avrebbe ricostituito la gloria del passato Israele e che tutti aspettavano!

Pietro aveva riconosciuto in Gesù il Cristo e Gesù lo aveva riconosciuto come pietra da costruzione, come pietra viva fondata sulla fede, la pietra che avrebbe sostenuto altri fratelli nella fede.

Ora, invece, Pietro diventa pietra di inciampo, pietra di scandalo. Brutta storia. Ora che Pietro lo ha riconosciuto come Messia, Gesù spiega a tutti cosa significa per lui essere “messia”. Nessuna gloria, nessun potere, nessun compromesso nel suo essere messia. Gesù dice di essere disposto ad andare fino in fondo nella sua scelta, è disposto a morire piuttosto che rinnegare il suo volto di Dio. E così sarà.

I discepoli restano interdetti: fino a poco tempo prima avevano ragionato su chi sarebbe stato messo a capo del nuovo Regno, ora Gesù parla di dolore e di morte. Pietro lo prende da parte (è pur sempre il papa!) e lo invita a cambiare linguaggio a non scoraggiare il morale delle truppe. Anche lui, come spesso facciamo noi, vuole insegnare a Dio come si fa a fare Dio.

E Gesù reagisce, duramente: cambia mentalità, Pietro, diventa discepolo.

Troppe volte invece di seguire il Signore lo precediamo. Siamo noi ad indicargli al strada, non seguiamo più la strada che egli ci indica. Siamo noi a suggerirgli le soluzioni ai problemi, non ci fidiamo più della sua presenza, della sua azione. Pretendiamo che sia Dio a diventare nostro discepolo.

Geremia, nella prima lettura, si lamenta con Dio. Lui voleva fare il profeta di buone notizie, è diventato un rompiscatole insostenibile, tutti lo odiamo, anche i suoi famigliari. Geremia vorrebbe lasciare (come biasimarlo?), ma riflette e ritorna alla fiamma che l’ha sedotto.

Quando mettiamo noi stessi al posto di Dio, della fiamma, facciamo come Pietro e ci allontaniamo dal cammino.

Non chiederti a che punto sei nel tuo percorso interiore. Chiediti se sei ancora dietro a Cristo.

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