Domenica IV di Avvento

In preparazione al S. Natale in questo anno santo della misericordia, il vangelo ci parla di Maria Ss. e della sua grande opera di misericordia: va a visitare e ad aiutare per tre mesi l’anziana cugina Elisabetta, che dà alla luce Giovanni Battista, il precursore. Sentiamo in tutta la loro profondità le parole di Elisabetta rivolte a Maria Ss.”Beata te che hai creduto!” e il cantico di Maria: “L’anima mia magnifica il Signore perché ha fatto cose grandi in me Colui che è potente, la sua misericordia di generazione in generazione…”

Uno scrittore e maestro di vita spirituale si esprime con le espressioni che riporto.

“Maria, ancora scossa da quanto le è successo, comincia a cantare e a fare i complimenti a Dio che salva lei e noi. Nelle loro parole avvertiamo la tensione, lo stupore, l’inaudito che si realizza.

È vero, allora: Dio ha scelto di venire, Dio si rende presente, Dio – il Dio d’Israele – è qui.
E questo scatena la gioia, contagia, stupisce…

«Beata te che hai creduto». È il massimo che si può dire ad una ragazzina semplice, umile, povera, che ha avuto la ventura di parlare con gli angeli, lei che è un nulla, e che si è sentita dire che dovrà avere un figlio che sarà il Santo e figlio dell’Altissimo.

«Beata te che hai creduto, Maria». Non è facile credere! Non è cosi, Maria? Non è cosi anche per te?

Non c’è fatica più grande sulla terra della fatica di credere, sperare, amare: tu lo sai.

Aveva ragione tua cugina Elisabetta a dirti: «Beata te che hai creduto!» Si, Maria, beata te che hai creduto.

Beata te che mi aiuti a credere, beata te che hai avuto la forza di accettare tutto il mistero della Natività e di avere avuto il coraggio di prestare il tuo corpo ad un simile avvenimento che non ha limiti nella sua grandiosità e nella sua inverosimile piccolezza.

Nell’incarnazione gli estremi si sono toccati e l’infinitamente lontano si è fatto l’infinitamente vicino, e l’infinitamente potente si è fatto l’infinitamente povero.
Maria, capisci cosa hai fatto?

Sei riuscita a star ferma sotto il peso di un mistero senza confini.

Sei riuscita a non tremare davanti alla luce dell’Eterno che cercava il tuo ventre come casa per riscaldarsi.

Sei riuscita a non morire di paura davanti al ghigno di Satana che ti diceva che era cosa impossibile che la trascendenza di Dio potesse incarnarsi nella sporcizia dell’umanità.
Che coraggio, Maria!

Solo la tua umiltà poteva aiutarti a sopportare simile urto di luce e di tenebra”.

Anche oggi “Beata” ogni persona che crede a Dio, al suo amore, alla sua opera di salvezza e rende testimonianza della propria fede. Beati anche noi quando crediamo!

Quanto è importante e necessario oggi più che mai avere fede, coltivare la fede, affrontare la vita e la storia del mondo con la fede!

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