Domenica di Pasqua

Cristo è Risorto! E’ il grido che risuona in tutta la Chiesa come un nuovo inno di gioia.
Gesù è Risorto. Ormai è in piedi nella maestà della sua vittoria definitiva sul peccato e sulla morte.
Amo le pietre pesanti rimosse dai sepolcri. Non ci potrà essere più un sigillo definitivo per conservare la morte. La morte è saltata in aria come un fuscello, come quei massi sicuri e inviolabili.
Amo il sepolcro vuoto: l’unico segno, per gli occhi avversi, ad indicare che è inutile cercare tra i morti chi ormai vive per sempre.
Amo Maria, la donna sconvolta dall’amore, che vuole comunque il corpo dell’amato e lo ritrova, premuroso amante, nel giardino, in attesa di poterla chiamare per nome, con la confidenza di un tempo.
Amo Pietro e Giovanni, improvvisamente veloci nel correre al sepolcro e fare la meravigliosa e incredibile scoperta del lenzuolo accuratamente piegato e del messaggero del Signore: “E’ risorto. Non è qui!”.
Amo Tommaso nostro padre nell’incredulità e, allo stesso tempo, nostro pedagogo nel cercare le piaghe gloriose del Signore. Così calde che possono accogliere le nostre mani stanche e smarrite.
Amo gli undici commensali di un banchetto nuovo, preparato dal Signore in riva al mare dell’amicizia e degli incontri familiari e giornalieri.
Amo quelle brace che danno colore al pesce e rivelano l’autenticità del maestro che mangia, come un uomo vero e non può essere confuso con un fantasma.
Amo la paura dei discepoli mista com’è ad una gioia senza parole. Non si comprende se sia più intensa la gioia o prevalente la paura. Forse hanno paura della gioia. Come me. Per questo la amo.
Amo la pace che Gesù porta come dono ad ogni incontro con gli amici. E’ la grande, ineguagliabile promessa che racchiude, fin d’ora, la totalità dei beni del Regno.
Amo il passaggio di Gesù a porte chiuse. Non esiste più ostacolo perché la vita dilaghi e imponga la sua legge di freschezza e di luce abbagliante.
Amo gli oltre cinquecento che, insieme, vedono il Signore Risorto e provano una gioia indicibile e trovano una conferma indelebile della vittoria di Cristo.
Amo le guardie tramortite e penosamente vittime, obbligate a confezionare l’ennesima bugia pur di non arrendersi all’evidenza dell’amore.
Non amo i soliti mandanti di misfatti, perché non riescono ad essere veritieri a se stessi, nemmeno il giorno della loro possibile redenzione.
Amo lo Spirito che da Gesù Risorto soffia impetuoso sugli apostoli come generatore di perdono e di rinnovamento perenne.
Amo la Madre di Gesù per il silenzio commovente ed eloquentissimo col quale avvolge il suo incontro col Figlio amato e risorto. Dialogo di amore che non conosce parole adeguate a ripeterlo o comunicarlo.
Incontro di intimità materna e filiale nel quale l’intensità degli sguardi, degli abbracci e dei baci supera ogni ridondanza di parole.
Momento di estasi, preludio del ritorno di Gesù Glorioso alla destra del Padre e dell’ingresso della Madre Assunta in cielo anche col corpo. Silenzio, sguardi, gesti, contemplazione perché il paradiso è solo amore.
Amo Gesù nostro maestro e amico.
Parola certa. Parola affidabile. Parola perenne. Parola di vita. Parola efficace.
Parola che salva e perdona. Parola che crea e ricrea la nostra esistenza.
Amo Gesù col Padre che lo ha risuscitato dai morti esaltandolo perché è stato servo obbediente.

Amo Gesù con lo Spirito di vita divampato dentro il sepolcro come un incendio di amore. L’amore è sempre più forte della morte. E’ la forza travolgente che vince ogni resistenza del male.
Amo Gesù con tutti noi, che crediamo in Lui.
Gesù paziente, Gesù insistente nel chiedermi la primizia dell’amore, Gesù mite nel correggermi, forte nel sostenermi, insuperabile nel perdono. Gesù l’amico, lo Sposo del mio mistero nuziale.
Amo Gesù nella sua Chiesa di fratelli. Gesù la sogna ogni giorno stabile nell’unità e nell’amore. Oltre le nostre chiusure ostinate. Lui ci conceda di scambiarci con sincerità il vero augurio pasquale: “Cristo è Risorto!”. E, intanto, osserva trepidante se sappiamo guardarci negli occhi.

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