3^ Domenica di Quaresima

Dio non è definibile, non può essere incasellato secondo nessuna categoria umana. E tuttavia per il credente egli è Presenza. Quando vogliamo richiamare qualcuno all’attenzione, quando richiediamo la sua presenza attiva, nel parlare quotidiamo usiamo l’espressione: “Ci sei?” E anche quando vogliamo assicurare la nostra presenza attiva a qualcuno, in genere diciamo: “Son qui, ci sono”… Anche Dio si presenta a Mosè semplicemente con questo nome: IO SONO. Cogliamo la sua presenza attraverso quello che fa per noi:  Egli è misericordioso verso di noi, per questo ci apre un futuro sempre nuovo. Anche la conversione, dunque, è un dono, al quale noi siamo invitati a rispondere. Il Vangelo parla della presenza di Dio in parabole: a noi è lasciata la scelta se aderire o meno, nella nostra conversione, alla proposta di Dio. Già con Mosè si è rivelato come colui che si coinvolge nella storia per guidare l’umanità alla salvezza. In Gesù si manifesta come il Dio che prende su di sè il male che è nella storia umana e lo “sopporta”, perchè tutti possano condividere la sua vittoria sul male e sulla morte. Nella I° lettura la voce che proviene dal roveto chiede a Mosè di levarsi i calzari: è come un invito a lasciar spazio alla presenza misteriosa che interpella. Dio è qui sperimentato come colui che entra nella vita per condurre alla libertà. Anche la II° lettura richiama l’attenzione sul primato dell’iniziativa divina..

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