II^ Domenica di Quaresima
La via crucis che nasce dall’ascolto
Dalla domenica del deserto al Vangelo della luce. La nostra vocazione altro non è che la fatica tenace e gioiosa di liberare tutta la luce e la bellezza seminate in noi: verità dell’uomo è una luce custodita in un guscio di fragile argilla.
Sul monte il volto di Gesù brilla di un contenuto che lo travolge, di una energia che non si ferma al volto, neppure al corpo intero, ma tracima verso l’esterno e cattura la materia degli abiti: le sue vesti divennero bianche come nessun lavandaio sarebbe capace. Se la veste è luminosa sopra ogni possibilità umana, quale sarà la bellezza del corpo? E se così è il corpo, come sarà il cuore?
Allora Pietro, stordito e sedotto da ciò che vede, balbetta: è bello per noi stare qui. Stare qui, davanti a questa bellezza, perché qui siamo di casa, altrove siamo sempre stranieri. Altrove non è bello, e possiamo solo camminare non sostare, qui è la nostra identità: abitare anche noi una luce. È bello stare qui: il nostro cuore è a casa soltanto accanto al tuo, Signore.
Sul Tabor il corpo di Gesù trasfigurato racconta Dio. Tutto ciò che Gesù ha detto è vero perché il suo corpo splende, anticipo del Regno: Regno di luce e di tenerezza perché il suo Corpo è luce e tenerezza; Regno di bellezza e di grazia perché il suo Corpo è bellezza e grazia; Regno di incontri che lega insieme in un nodo di stupore le sei presenze sul monte.
Ma come tante cose belle, la visione non fu che un attimo. «Una nube li coprì e venne una voce: Ascoltate Lui». Il Padre prende la parola ma per scomparire dietro la parola del Figlio. Il mistero di Dio è ormai tutto dentro Gesù. Con Mosè, dal volto intriso di luce, con Elia, rapito su un carro di fuoco e di luce, tutta la bibbia converge su Cristo. Sali sul monte per vedere e sei rimandato all’ascolto. Scendi dal monte e ti rimane nella memoria l’eco dell’ultima parola: Ascoltate Lui. La nostra via lucis è l’ascolto. Quella luce, «la luce della trasfigurazione che è l’energia stessa di Dio» è ancora disponibile: nella Parola, nei sacramenti, nella bontà delle persone, nella bellezza delle cose, talvolta scintilla breve talvolta fiume di fuoco.
Il mondo è intriso di luce, lo sanno tutte le religioni, lo sanno gli innamorati, gli artisti, i puri. Ma ora io so che «alle sorgenti della bellezza, della pace e dell’energia di quelle falde di fuoco presenti nel cosmo, è posto Gesù di Nazaret», fiamma delle cose, cuore di luce dentro ogni creatura.
Breve presentazione della lettera Pastorale del Vescovo
Il Vescovo comincia la lettera dipingendo sei “scene di vita” (così semplici, così comuni e così vere!) dalle quali emergono le domande che anche noi cristiani e ancor più noi catechisti ci facciamo spesso e che talvolta si inquietano. In tutte emerge il grande cambiamento di cui parla al n. 9: “un tempo la parrocchia aveva un peso rilevante sulla vita della gente. Oggi la fede è diventata una delle scelte possibili fra tante proposte e stili di vita. La famiglia e la scuola non sono più luoghi naturali di trasmissione della fede, la società civile talvolta esaspera la pretesa di laicità”, quasi a voler prendere le distanze dalla cultura e dalla vita cristiana.
“Oggi si ha l’impressione (opposta a qualche decennio fa) che il non credere vada da sé, mentre il credere abbia bisogno di una legittimazione né ovvia né scontata ” (Giovanni Paolo II).
Ecco allora le fatiche dei catechisti (n. 10), anche per la crescente assenza dei genitori.
Ecco l’amarezza nel sentirsi attaccati su tanti fronti, in modo corretto e talora scorretto, ignorando le tante cose belle e buone che anche oggi i cristiani realizzano.
Ecco la tendenza ad annacquare il Vangelo (n. 16) o la rassegnazione di fronte al numero crescente di indifferenti.
Ecco la sfida: “ritrovare un Dio che ama presentarsi più attraverso le forme e la esperienza della gratuità, della libertà e dell’amore, che attraverso quelle dell’evidenza e della necessità. Non è un Dio che si impone, ma un Dio che ci stupisce” (n. 19).
Come?
Con una educazione cristiana più concreta, più legata alla vita, e al Dio del Vangelo di Gesù.