Domenica 32^ del tempo ordinario

Un po’ o tutto?

Gesù osservava come la folla gettava monete nel tesoro del tempio. Una vedova. Una persona che nessuno nota. Una vita umana che non ha protezione di alcuno. Quando non hai nulla da dare, e pensi che nessuno ha bisogno di te, quando hai perduto ciò che avevi e la vedovanza si fa sentire, allora quel tesoro a cui ti accosti acquista un volto nuovo. È il volto dell’unica speranza, la parola che riempie con il suo silenzioso attendere il vuoto della tua esistenza. Dio, un tesoro nel tempio. E non solo! davanti al tesoro il Figlio di Dio, un uomo tra i tanti, che guarda. E non sfugge al suo sguardo amorevole la tua dignitosa consegna racchiusa in quelle due monetine. Sguardi malevoli intorno, toni giudicanti. Due monetine non fanno rumore. Le molte monete dei ricchi sì. Ma sono solo monete. Il loro cuore resta altrove. Nel tesoro puoi gettare monete, tempo, te stesso.  Dio accoglie e sa, conosce il tuo cuore. Non prenderlo in giro! Avresti piacere tu di essere coperto di regalini e non ricevere mai una considerazione personale, un tu a tu che tocchi la vita? E perché allora te la sbrighi regalando a destra e a sinistra spiccioli di euro, pensando di tener buono Dio nei tuoi confronti? Non pensi che potrebbe aver bisogno delle tue mani, della tua intelligenza, della tua esperienza per parlare all’uomo di oggi con parole che abbiano sapore squisitamente umano? Rimetti a posto i tuoi beni portafoglio, dedica due minuti al silenzio e la sua voce si farà udire! Sei chiamato ad essere per il mondo parola vivente come Gesù.

MEDITAZIONE

Gesù non si fa problemi a parlare nel tempio di quello che tutti vedono. E non invita a capire, ad avere pazienza, a scusare. La parola con cui inizia la sua descrizione di un modo di essere è chiara: Guardatevi dagli scribi. Da tutti gli scribi? No. Dagli scribi che si riempiono il cuore di soddisfazione quando passeggiano nelle loro lunghe vesti, quando ricevono saluti nelle piazze, quando nelle sinagoghe offrono loro i primi seggi e nei banchetti i primi posti. Sono voraci di avere e per questo divorano non i loro beni o quelli dei loro amici ma le case delle vedove. Non fatevi ingannare dal fatto che pregano a lungo. È solo per farsi vedere! Ciò che appare. Ecco il metro di giudizio dell’uomo. Gentilezza e cortesia, onori, belle parole per avere dei favori o comunque per sentirsi benvoluti. Dentro tutt’altro sentire. Gelosia, invidia, rivalsa, critica.  Come puoi misurare la preghiera dell’altro? Non va a peso o a tempo la preghiera! Il cuore, mentre preghi il tuo Signore, dov’è? Il dono che tu fai di te, ogni giorno, lì dove sei, a casa, per strada, in ufficio, in sacrestia, in Chiesa, sul treno; questo ha peso. Puoi dare anche la tua vita, come dice Paolo, ma se non hai la carità in cuore e lo fai perché così ti senti un eroe  lascia stare. Il Signore ha bisogno di vederti semplice come Lui è semplice. Puoi dare ricche offerte per la Chiesa, per i poveri, ma se il tuo cuore è altrove, quei beni non sono altro che polvere. Gesù ci chiede di dare “tutto”, non “molto”. E in quel “tutto” è scritta la fiducia di una vita, l’attesa di un domani che magari tarderà a venire. Non è la ricompensa che ti riempirà, è il fatto di aver dato tutto di te. Ecco la ricompensa! La libertà del dire: Non ho altro che me stesso da dare. Sono qui. Pronto. La miseria non si paga con nulla. Se non ti espropri non vivi! È la logica del vangelo. Chi perde la sua vita la trova. Chi tiene la sua vita per sé la perde… È Dio il miracolo della tua povertà, il tesoro in cui ritrovi le tue monetine, gli spiccioli della tua fede. Tutto è possibile quando si è deboli perché Dio si muove per i piccoli. Per quelli che fanno da sé dopo che a Dio hanno dato il contentino del loro superfluo Dio resta distante. Più superfluo dai, più allarghi la distanza da Colui che non sa che farsene del tuo di più. Forse hai dimenticato che ha creato i cieli e la terra, che sono sue le vette dei monti e le acque del mare, forse hai confuso le grandezze. Lui ha scelto di nascondersi in un pugnetto di carne per farsi conoscere e incontrare da te, e non si è sentito fuori posto in quel limite! Finché rifuggi il limite come non ti appartenesse non sperare di arrivare lontano!

CONTEMPLAZIONE

Signore, io non sono uno scriba però mi piace vestirmi bene ed essere ammirato dagli altri. Io non sono uno scriba però sono contento se sono invitato da qualche parte e mi salutano con grandi onori di fronte agli altri e mi offrono di sedermi a capotavola. Signore, io non sono uno scriba però se posso aiutare qualcuno lo faccio volentieri, faccio delle belle elemosine e mi sento tranquillo perché non faccio del male a nessuno. Signore, io non sono uno scriba, ma non sono certo come quei pezzenti che è una vita che faticano e non hanno concluso granché perché non ci sapevano fare e sono rimasti quelli che erano, poveri diavoli. Signore, chissà se tu sei contento di me? Oggi quando ho sentito la tua parola mi sono venuti i dubbi. È vero, io non sono uno scriba, ma sembrava quasi che parlavi di me! “E mi è venuta invidia per quello che dicevi della vedova. Signore, voglio essere anch’io quella vedova! Aiutami tu”

 Il Vangelo dei piccoli

Quando uno è piccolo non porta con sé tanti soldi, ha quei pochi euro che la mamma gli dà quando deve comprare qualcosa. La cassa in casa ce l’hanno papà e mamma. Chi lavora porta i soldi e cerca di usarli per tutte le cose che servono a una vita dignitosa. Chi va ancora a scuola e sta crescendo, non ha soldi perché non ne ha bisogno. Ci sono altri che pensano a lui. E quando uno è piccolo non conosce neanche il valore dei soldi. I suoi pensieri sono per il gioco, per stare con gli amici, per divertirsi. Quando cominci a capire che per avere una cosa devi guadagnartela, le cose cambiano.

 Inizi a fare delle piccole rinunce per avere poi quello che desideri. Se vuoi il motorino sai che devi mettere da parte i tuoi risparmi e devi dimostrare di meritartelo. Oggi Gesù parla di una donna a cui è morto il marito. Una donna che di soldi non ne ha. Eppure va nel tempio a fare la sua offerta. Mette nel tesoro le due monetine che le sono rimaste, un soldo, come se oggi tu mettessi un centesimo di euro. C’erano in quel momento dei ricchi che mettevano grosse offerte, tante monete. A Gesù piacciono quelle due monetine piuttosto che le tante monete dei ricchi perché quelle due monetine sono tutto il cuore della vedova, le altre monete sono vuote, sono un di più. La vedova si affida al Signore per la sua vita perché non ha altro bene che Lui. Quando tu dimostri a qualcuno che gli vuoi bene veramente? Quando tutte le cose funzionano? O non piuttosto quando l’altro è solo, e tu ti prendi pure delle critiche per aiutarlo, per stargli vicino? Se uno ha bisogno di te e tu neanche te ne accorgi perché sei preso dalle tue cose, che bene è? Fai le cose perché ti piacciono i complimenti oppure le fai perché sono un bene, anche se nessuno ti dice: Grazie? Dio vuole il tuo cuore, questa è la sola moneta che vale.

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