Epifania del Signore

Il Verbo di Dio incarnato realizza la sua epifania agli uomini e chiama tutti attorno a sé. Epifania significa manifestazione ed è appunto il mostrarsi della divinità all’uomo, lo svelamento del mistero che diventa accessibile. Al tempo dei Romani v i erano epifanie di differenti divinità, come quella dea Diana della terra e del raccolto, che avveniva 12 giorni dopo il solstizio d’inverno. Da essa il cristianesimo ha mutuato l’epifania del Bambino divino, indicando come Questi si manifesta.

Altre leggende raccontano di streghe e di folletti che gravitavano volando nelle notti fra Dicembre e Gennaio e da queste credenze pagane sarebbe poi sorta l’idea della Befana. Secondo un’altra leggenda molto più bella ed edificante, invece, la befana sarebbe anch’essa un elemento della manifestazione di Gesù Bambino e ne comporterebbe anzi il fascino e la bellezza.

Si racconta infatti che quando i Magi giunsero nei pressi di Betlemme si fossero fermati a casa di una vecchietta a chiedere informazioni sul punto esatto in cui si sarebbero dovuti recare per la venerazione del Bambino. Avrebbero poi chiesto alla vecchietta di accompagnarli nel cammino fino alla grotta, ma lei si sarebbe rifiutata categoricamente ed essi sarebbero ripartiti. Successivamente però la vecchia donna si sarebbe pentita di non aver accompagnato i sapienti astronomi nel loro cammino e per rimediare a tale mancanza si sarebbe industriata a preparare dolci e leccornie e li avrebbe distribuiti in giro ai bambini della zona, nella speranza che fra questi vi fosse Gesù. Ancora oggi, di anno in anno la vecchietta visita i bambini buoni con i suoi regali e nel frattempo invalse l’uso di appendere alla finestra delle calzette prima come dono di riconoscenza, poi come luogo in cui collocare i regali suddetti.

Sia pure con un racconto leggendario, è molto esaltante pensare che l’epifania del Bambino divino coinvolge anche altre persone in più rispetto a quelle citate solitamente e diventi anche un’occasione di amore per i più piccoli.

L’Epifania è di fatto la manifestazione dell’amore che Dio da sempre aveva coltivato per l’umanità in generale e per ogni soggetto umano singolo e che ci si è esplicitato nel farsi uomo egli stesso assumendo l’infanzia. Amore di redenzione e di salvezza, che apre i cuori mettendo non soltanto l’uomo i relazione con Dio, ma anche in relazione a se stesso per metterlo al corrente della verità. Sia intorno al suo stato peccaminoso, sia in merito alla verità che davvero può renderci liberi, quella appunto di Dio che viene a cercare l’uomo mentre questi procede a tentoni nel riconoscerlo.

La manifestazione di Dio ai Magi appunto questo rappresenta: il culmine dell’amore del Dio eterno e infinito che ora si è reso Bambino e che avvince con il suo fascino uomini di ogni etnia, nazionalità e inclinazione culturale. A differenza dei pastori e dei mandriani ai quali è stato annunciato il Lieto Evento, i Magi sono infatti sapienti e raffinati astronomi intenti a scrutare solo le stelle e gli astri eppure nella loro contemplazione scientifica e raffinata della volta celeste, qualcosa li convince che devono semplicemente adorare anziché speculare. Cos’hanno visto di preciso questi uomini (il cui numero in realtà è imprecisato) che li ha così attratti da mettersi in cammino dall’Oriente? Secondo la maggior parte degli studiosi sarebbero stati incuriositi dal fenomeno di una congiunzione astrale fra Giove e altri pianeti o corpi celesti che avrebbero dato vita a un fenomeno per loro senza precedenti, che li avrebbe condotti a intraprendere il viaggio. Qualsiasi fenomeno luminoso particolare era considerato già in Isaia evento allusivo alla manifestazione del divino e quel particolare fenomeno di congiunzione fra Giove e Marte doveva aver rappresento un particolare messaggio divino che li ha sedotti e affascinati, al punto da renderli consapevoli che per loro vi era una verità molto più semplice da raggiungere e molto più esaltante dell’empiria astrofisica. Dicono di aver visto “la sua stella”, ossia la luminosità celeste con cui Dio li aveva affascinati e avvinti e adesso li sta indirizzando nonostante l’astuta ostilità di Erode. Questi dal canto suo non riceve alcun lume. O meglio, lo riceve mostrandosi ad esso refrattario e vittima del suo stesso timore che si rivelerà poi banale, melense e ridicolo ma che costerà la vita di tantissimi piccoli innocenti che moriranno per sua barbara iniziativa. Non c’è lume di salvezza che possa rischiarare chi si preclude alla verità restando vittima del proprio orgoglio e delle vane ambizioni. Come può l’amore rinnovare il cuore dell’uomo se ad esso si preferisce la morte, questa intesa come ostinazione nelle proprie preclusioni e nell’arrivismo della volontà di potere e di predominio a tutti i costi?

“Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce” aveva esclamato Isaia (60, 1 I Lettura) e adesso la luce che rifulge è davvero quella che illumina ogni uomo e rischiara il cammino di tutti, compresi i sapienti Magi.

Gesù stesso, che si è rivelato ad essi per mezzo di quel prezioso fenomeno astrale, è la luce che illumina ogni uomo e che soddisfa la sete di verità che è insita da sempre in ciascuno di noi. Quella verità che ci è stata data in dono, che va accolta con fede e custodita con amore e per mezzo dell’amore al prossimo. Perché dall’amore di Dio ha avuto origine.

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