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V domenica del Tempo Ordinario

Sale della terra e Luce del mondo

Se metto un grosso cucchiaio di sale nella zuppa, sarà immangiabile. Ce ne vuole solo un pizzico, che basta ad insaporirla. O, senza utilizzare un’immagine, anche se non ci sono che pochi uomini a sopportare con buon umore, bontà e indulgenza le debolezze del loro prossimo (e le loro, in più!), a non essere solo preoccupati di imporsi, di perseguire i propri scopi e i propri interessi, questo pugno di uomini ha la possibilità di cambiare il proprio ambiente, contribuendo a che il nostro mondo resti umano. Il nostro mondo sarebbe povero, inumano e freddo se non ci fossero uomini che danno prova di questa cordialità e di questa generosità spontanee.

Essere il sale della terra: siamo abbastanza fiduciosi per credere al carattere contagioso della bontà? O ci accontentiamo di temere il potere contagioso del male? Un pizzico di sale basta a dare gusto a tutto un piatto.
Ognuno di noi, anche se si sente isolato, ha la fortuna di poter cambiare il clima che lo circonda! Gesù ci crede capaci: voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo! Lo siamo?

Data del Battesimo? Il nostro inizio

L’insistenza di Francesco merita una risposta da parte di ciascuno. Noi veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova.

In queste settimane il Santo Padre ritorna diverse volte sulla necessità di fare memoria del Battesimo ricevuto. “Mi permetto di darvi un consiglio. Ma, più che un consiglio, un compito per oggi. Oggi, a casa, cercate, domandate la data del Battesimo e così saprete bene il giorno tanto bello del Battesimo. Conoscere la data del Battesimo è conoscere una data felice” (Udienza generale, 8 gennaio 2014). Quasi nessuno ha il minimo ricordo della celebrazione di questo Sacramento, perché si è ricevuto poco dopo la nascita; eppure, è necessario ritornare a quel momento fondativo, perché “il rischio di non saperlo è di perdere la memoria di quello che il Signore ha fatto in noi, la memoria del dono che abbiamo ricevuto”.

Sì, noi viviamo ogni giorno grazie al Battesimo: “Se riusciamo a seguire Gesù e a rimanere nella Chiesa, pur con i nostri limiti, con le nostre fragilità e i nostri peccati, è proprio per il Sacramento nel quale siamo diventati nuove creature e siamo rivestiti di Cristo”. Altro che evento del passato! Quello che Dio ha fatto di noi rimane per sempre come evento di grazia super abbondante. Tante volte, nella vita cristiana si dimentica che il primato è della grazia, cioè di quello che Dio ha operato in maniera decisiva e gratuita.

Questa prospettiva appare frequentemente nelle parole di Papa Francesco, come, ad esempio, nel messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni del 2014. Commentando le celebri parole evangeliche “la messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe” (Mt 9,38), invita a soffermarsi non immediatamente sul comando di Gesù – pregate! – ma sulla condizione di partenza: la messe è tanta. Chi ha lavorato perché fosse così? Non certo noi, ma Dio. La causa del molto frutto è la grazia di Dio: noi siamo il campo di Dio (cfr. 1Cor 3,9) entro cui il padrone lavora a piene mani e ci rende partecipi dei suoi doni. Così, il Battesimo, che è sorgente di conversione e di buoni frutti per tutta la vita. Prima di agire da cristiani, prima d’impegnarsi in una risposta coerente è necessario avere lo stupore per la messe abbondante che Dio solo elargisce, poi la gratitudine per un amore che sempre previene, “infine l’adorazione per l’opera da Lui compiuta, che richiede la nostra libera adesione ad agire con Lui e per Lui” .

Con questi sentimenti per l’opera da Lui compiuta si domanda il Battesimo per i figli e si vive il Sacramento ricevuto in un giorno importante da non dimenticare. La sua celebrazione è determinante e non è una mera formalità. “Non è lo stesso – ha detto Francesco – una persona battezzata o una persona non battezzata”! (Udienza generale, 8 gennaio 2014).

Il dono del Battesimo è come un fiume che irriga di generazione in generazione, una grazia che si trasmette e grazie alla quale il Popolo di Dio cammina nella storia, come una catena composta da innumerevoli anelli. “E ognuno di noi è un anello di quella catena: un passo avanti, sempre; come un fiume che irriga.

Così è la grazia di Dio e così è la nostra fede, che dobbiamo trasmettere ai nostri figli, trasmettere ai bambini, perché essi, una volta adulti, possano trasmetterla ai loro figli”.

 Noi con il Battesimo veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli. Questa è la vita di grazia!