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V domenica del tempo ordinario

In questo passo si accumulano parecchi episodi, che però, debbono essere ricondotti all’unità del fine per cui Gesù pratica, e queste guarigioni, e queste cacciate di demoni. Avevamo detto domenica scorsa che gli insegnamenti di Gesù non sono una nuova dottrina da aggiungere a quella degli scribi, ma il suo è un insegnamento nuovo, nuovo per la qualità; procedendo da Dio. Quindi è una autorità che eclissa tutto il dato precedente. Mettiamo delle precedenze teoriche molto precise, così capiremo meglio il contenuto di queste azioni di Gesù. Effetto di questo insegnamento nuovo, sarebbe la liberazione della gente dallo spirito impuro; attenzione a non pensare questo spirito impuro come una persona oggettivamente costituita, quella che volgarmente chiamiamo il diavolo. Su costui, sospendo il giudizio perché oramai vedo che anche gli esegeti si trovano male nell’accettare questa figura ontologicamente definita e stabilita quasi ad eterno. Questo spirito impuro sarebbe la dottrina insegnata dagli scribi la quale impediva di conoscere il vero volto di Dio.

Quindi Gesù è in cammino per tutta la Galilea e sta predicando nelle loro (non nelle sue), nelle loro sinagoghe, quindi c’è una presa di distanza da tutta la istituzione religiosa (“religiosa” la mettiamo tra virgolette, questa parola non allarmi nessuno). Abbiamo un difetto concettuale nel cervello, quando parliamo di religione pensiamo alla nostra, e questo è l’errore: quando il cristianesimo non è una religione, e questo è proprio il punto in cui Gesù viene esattamente a distinguere la sua rivoluzione dalla religione. Per cui, con tutta tranquillità si può dire che Gesù è venuto al mondo per liberare l’uomo dalla religione; e aggiungo l’altro sottovoce: e dalla politica. Ecco il significato preciso di questa affermazione.

Gesù è venuto a liberare l’uomo dalla religione, perché la religione è devastante nella psicologia delle persone e degli individui. Gesù quindi intraprende la lotta proprio nel popolo più religioso del mondo, lì intraprende la lotta, lì, dove i rapporti con Dio sono deteriorati al massimo livello. Non va a predicare all’impero romano, certo erano religiosi anche loro, ma la religione non aveva devastato a questo punto le categorie razionali dell’uomo. Spero che tutti capiate questo tipo di discorso. L’evangelista, in questo caso Marco, associa la sinagoga ai demoni mettendo in relazione il luogo dove viene insegnata la dottrina degli scribi e questi spiriti immondi. Ditemi se questa non è una rivoluzione drammatica, certamente fondamentale in tutta la storia dell’umanità. Sempre Marco collega la predicazione di Gesù alla espulsione dei demoni, per cui il messaggio, il suo messaggio contiene in se stesso una forza capace di liberare le più alienanti ideologie e liberare l’uomo dal fanatismo e dalla corruzione religiosa.

Gesù dopo aver fatto quello che ha fatto nella sinagoga – lo abbiamo visto la domenica passata – è assediato dalla religione e si diffonde la voce, e la sera di venerdì tutti corrono là perché di sabato questo non si poteva fare, quindi bisognava correre, malati e indemoniati, prima della notte, al tramonto del sole. Poi l’episodio della suocera di Simone che viene guarita, non sono qui il primo a gridare al miracolo, no non lo sono, perché in questi casi si potrebbe spiegare con la sola presenza di Gesù, con il suo fascino a un certo momento la donna si mette a servirli. Non è questo il punto su cui dobbiamo insistere, il punto è la liberazione di queste due malattie di cui vi ho parlato: una di tipo fisico, e l’abbiamo ancora anche noi e vedremo il parallelo di questa epoca, e poi la questione degli indemoniati, cioè persone che hanno la psiche a pezzi.

Dovrei parlare male di un certo numero di persone, corrono qua e là a farsi fare degli esorcismi, vuol dire che dopo la rivoluzione di Gesù siamo ricaduti dentro alla pentola della religione, ci ritroviamo come diceva un esorcista; dopo venti secoli di cristianesimo, quando Gesù è venuto a sconfiggere il demonio, ci ritroviamo ancora a dovere condurre questa battaglia. Questo accade perché noi siamo ridiventati uomini religiosi, ma cristiani no! Dopo questa affermazione vediamo di fare una prima verifica. Gesù a un certo momento si ritira, scappa e quelli che lo vanno a cercare lo sorprendono da solo in preghiera. Gesù non va mai al tempio a pregare, Gesù non va nelle sinagoghe a pregare; ma la preghiera allora è autentica solo se è invisibile: capite la forza di questa affermazione? Vi dirò la mia esperienza: le persone peggiori interiormente sono quelle che fanno le preghiere puntualmente, che si meravigliano se gli altri non le fanno, e poi nella vita sono dei demoni.

La preghiera pubblica è pericolosa, spero che voi veniate alla messa cercando di convertirvi, dialogando per un attimo con Gesù Cristo, e che non siate qui per dimostrare che siete delle persone religiose. Sono d’accordo anch’io che chi non prega mai, né in pubblico, né da solo, è un povero essere, lo capisco benissimo, però poi sappiamo come Gesù qualifica coloro che fanno lunghe preghiere. I farisei facevano le lunghe preghiere, poi divoravano le case delle vedove, questo non dobbiamo dimenticarlo. Ecco il motivo per cui Gesù si ritira da solo a pregare, perché quando sono solo non posso fare i trucchetti non posso farmi vedere dagli altri, lì siamo a tu per tu con Dio, e allora c’è da sperare che il rapporto sia sincero. Andiamo altrove, dice Gesù, un po’ anche infastidito: io sono venuto per predicare un rinnovamento tale per cui questi problemi – il fatto della malattia e il fatto degli indemoniati – sono casi singoli che dovranno essere risolti nella soluzione del problema principale, cioè nell’accettazione della mia visione del mondo che se fosse accettata questi due problemi sparirebbero.

Noi padri Cappuccini diamo da mangiare a tutte queste persone, extra comunitari, ecc. Ora chi vi parla sa benissimo che quella è una strada sbagliata, per questo io continuerò a dare da mangiare e ringrazio coloro che ci fanno delle offerte e ci mandano dei generi alimentari (tutte le sere noi diamo da mangiare a 70-80 persone), però mi rendo conto che quella non è la soluzione del problema. La soluzione del problema è quella di risolvere il rapporto fra capitale e lavoro. Vi faccio un esempio per farvi capire come questa mia posizione sia in linea con Gesù, il quale ci vuol dire che è qui per predicare un tipo di mondo in cui queste cose non ci dovrebbero più essere se veramente si accettasse il suo messaggio.

Voi sapete che nel secolo scorso c’era nell’agro romano la malaria, la gente moriva e l’unico rimedio era quello di portare dei santini sotto il pagliericcio, dire delle preghiere ecc., così tutti andavano a fare delle opere buone, e ci sarei andato anch’io. Però un giorno, un medico, un certo Grassi, ha pensato di non stare a perdere tempo, ma di andare a trovare la causa della malaria. Prese l’acchiappafarfalle e finalmente si accorse che la malaria derivava dalla puntura di un insetto che si chiamava anofele. Finalmente l’uomo aveva capito dove bisognava portare i colpi: contro l’anofele, perché era quella la causa di tutti quei malati, e da quel giorno la malaria scomparve.

Ecco come si potrebbe fare a risolvere il problema del pane di cui vi parlavo; certo sarò qui anche a mezzanotte a dare un pezzo di pane a uno che arriva, ma nessuno mi toglierà dalla testa l’idea che io debba combattere la struttura “capitalistica” del mondo. É il rapporto tra capitale e lavoro che dobbiamo cambiare, e dobbiamo cambiarlo – sto parlando come cristiano – dal punto di vista evangelico. Dopo avremo la speranza di eliminarlo, e questo non lo faccio perché a me secchi di dovere fare l’atto di carità, ma perché questa è una umiliazione per me e per quelli che vengono a prendere il cibo. Sono meno uomo io e sono meno uomini loro, ecco il genere di battaglia che Gesù sta conducendo.

Gesù ha fatto la sua rivoluzione, poi si è istaurato il cristianesimo e la storia la conosciamo, ora dobbiamo chiedere perdono, chiedere scusa… Dovremmo fare l’analisi dopo questa bella rivoluzione di Gesù, dopo venti secoli di cristianesimo, siamo ancora alle medesime, avete capito perché continuo a sostenere che noi siamo caduti al rango di religione, e il discorso di Gesù ha un suo significato. Colui che aveva capito questo trucco è Alessandro Manzoni, il quale, in quel famoso romanzo “I promessi sposi” ha toccato esattamente questo punto. C’è una critica dal punto di vista evangelico del cristianesimo reale, a quel cristianesimo del seicento che da Vico viene celebrato come il momento più alto della grandezza del cristianesimo.

Manzoni prende le distanze, aprite l’introduzione e troverete più o meno questo concetto. Siamo in una piccola regione, la Lombardia, che è sotto la guida del re cattolico, governata da senatori che brillano nel cielo sociale a custodia del benessere della gente. Ci sono dei governatori che dovunque tendono l’occhio d’argo, dice Manzoni, però una povera fanciulla non riesce a sposarsi, non riesce a mettere in pratica il primo dei sacramenti che è quello che dà origine alla famiglia. Qui ci sono due giovani che non riescono a sposarsi. Se è vero che il re è cattolico, gli amministratori sono da lui delegati e così via, da dove viene il male? Manzoni conclude: il male verrà dal diavolo! Sentite, sentite l’ironia tremenda… verrà da lì perché diversamente con tante persone che sono delegate al benessere della gente, non ci dovrebbero essere cose di questo genere.

Questo per farvi notare come il passo evangelico vada rapportato alla nostra situazione, e non fare chiassate come alcuni predicatori, che danno la colpa agli atei, una volta si diceva il comunismo, all’epoca in Lombardia non c’erano i comunisti, lì c’erano i Don Rodrigo, c’erano i Don Abbondio e le cose andavano di male in peggio. L’attualizzazione del passo evangelico è uno schiaffo per noi che deve farci riflettere sul fatto che siamo delle brave persone, religiose, ma non cristiane.