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La Famiglia

Cara Famiglia, sei chiamata ad essere il sale nel nostro tempo ferito, bisognoso di cure e di sapore.
Il sale è l’elemento quotidiano, presente nelle nostre tavole, necessario per vivere. Come il sale, anche tu sei l’elemento prezioso, indispensabile alla vita: sei importante!
Ama te stessa, riscopri il tuo ruolo vitale attraverso una fede autentica, una fecondita’ più umana e una solidarieta’ dei piccoli gesti.
Tu con, il tuo amore quotidiano, puoi dare calore e sapore a questo mondo bisognoso di vita e di speranza autentica.

10 Piste della coppia IMBATTIBILE:

  1. Logorate le poltrone. La casa che non ha poltrone un po’ logorate è una casa senz’anima. Non avere le poltrone logorate significa, infatti, che in quella casa si corre sempre, nessuno si ferma, nessuno trova il tempo di esser felice.
  2. Tenere le porte aperte. Aprerte agli altri. Quando il mondo della copiia arriva solo fin dove arriva l’uscio di casa, allora si finisce col morire di asfissia. Si pensa in piccolo, si vede corto, si ama stretto. Il matrimonio deventa una fabbrica di poveri: poveri di mente, poveri di cuore.
  3. Perdonate. Il perdono è la strada del disgelo. Non è debolezza, ma forza che risveglia la scintilla di bontà nascosta in ogni uomo.
  4. Tacete. Tanti cortocircuiti nascono perchè la lingua parla quando è troppo calda. Dunque, per prima cosa tacete;poi, lasciate passare qualche ora; adesso parlate pure!
  5. Sorridete. Il sorriso è una magia bianca. Talora basta un sorriso per tirare avanti una settimana. Sorridetevi!
  6. Guardate in positivo. Guardate a quello che va più a quello che non funziona. A che serve il pessimismo? I salici piangenti non hanno mai avuto fortuna.
  7. Lottate contro la monotonia. Un po’ di fantasia! Ad esempio, un’improvvisata di lui a lei, di lei a lui: un fiore, un regalino, una pietanza speciale ….
  8. Tenetevi belli. Le rughe potranno impedirvi di essere belli fuori, ma non già di continuare ad esserlo dentro. Un pizzico di tenerezza, di buone maniere, ed ecco il brillio interiore che, a conti fatti, vale infinitamente di più del più affascinante look esteriore.
  9. Usate misericordia. Quale coppia può farne a meno? Se i preti fanno voto di castità, gli sposi dovrebbero fare il voto di pazienza, di misericordia. Prima del matrimonio è bene aprire tutti e due gli occhi, poi è bene, talora, chiuderne uno.
  10. Non togliete Dio di casa. Sarebbe uno degli sbagli più gravi. Dio unisce, sorregge, in tante circostanze è l’unica realtà che permette di poter continuare a vivere; è l’unica certezza che permette di poter sopportare di vedere il proprio coniuge morire!

Il Matrimonio

Voi siete sbocciati insieme
e insieme starete per sempre.
Insieme, quando le bianche ali della morte
disperderanno i vostri giorni.
Insieme nella silenziosa memoria di Dio.
Vi sia spazio nella vostra unita’
e tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi l’un l’altra,
ma non fatene una pigione d’amore.
Riempitevi a vicenda le coppe
ma non bevete da una coppa sola.
Cantate e danzate insieme e siate gioiosi
ma ognuno di voi sia solo
come son sole le corde del liuto
sebbene vibrino di una musica uguale.
Datevi il cuore
ma l’uno non sia rifugio all’altra
perchè soltanto la mano della Vita
può contenere i vostri cuori.
E state insieme, ma non troppo vicini
poichè le colonne del tempio
sono distanziate e la quercia
e il cipresso non crescono
l’una all’ombra dell’altro.                                        [Gibran Kahlil Gibran]

Parabola del “buon Samaritano” applicata alla Famiglia

Da Gerusalemme, la citta’ posta sul monte, la Famiglia scendeva verso Gerico, nella pianura del grande lago salato, sotto il livello del mare. Scendeva per le vie tortuose e impervie della storia quando a una svolta, incontro’ i Tempi Moderni. Non erano di loro natura briganti, non peggio di tanti altri Tempi, ma si accanirono subito contro la famiglia, non trovando di loro gusto la pace, che rispecchiava ancora la luce della citta’ di Dio.
Le rubarono prima di tutto la Fede, che bene o male avevano conservato fino a quel momento come fuoco sotto la cenere dei secoli. Poi la spogliarono dell’Unita’ e della Fedelta’, della gioia dei figli e di ogni Fecondita’ generosa; infini le tolsero la Serenita’ del colloquio domestico, la Solidarieta’ con il vicinato, l’Ospitalita’ sacra per i viandanti e i dispersi …
La lasciarono cosi’, semiviva, sull’orlo della strada e se ne andarono …
Passo’ per quella strada un sociologo, vide la Famiglia, la studio’ a lungo e disse: “Ormai e’ motra!” e ando’ oltre. Le venne accanto un psicologo e sentenzio’: “L’istituzione famigliare era oppressiva. Mglio cosi'”. La trovo’ un prete e si mise a sgridarla: “Dovevi opporti ai ladroni! Perche’ non hai resistito meglio? Eri forse d’accordo con chi ti calpestava?”
Passo’ infine il Signore, ne ebbe compassione e si chino’ su di lei per curarne le ferite, versandovi sopra l’olio della sua Tenerezza e il vino della sua Compassione. Poi, caricatala sulle spalle, la porto’ fino alla Chiesa e gliela affido’, perche’ ne avesse cura, dicendole: “Ho pagato per lei tutto quello che c’era da pagare. L’ho comprata col mio sangue e voglio farne la mia prima, piccola sposa. Non lasciarla piu’ sola sulla strada, in balia dei Tempi. Ristorala con la mia Parola e il mio Pane. Al mio ritorno ti chiedero’ conto di lei”. (Cf. Lc 10,25-37)

Beata la Famiglia che …

Beata la famiglia che sa realizzare l’ideale di essere un cuor solo e un’anima sola nel compiere la volonta’ di Dio, perche’ sara’ segno di speranza in questa societa’ fragile.
Beata la famiglia che sa essere accogliente e ospitale, perche’ i rapporti umani le renderanno ricca di stimoli.
Beata la famiglia che sa ringraziare per i doni quotidiani e vivere il perdono come sorgente dell’amore, perche’ avra’ sempre voglia di ricominciare il cammino.
Beata la famiglia che non cede alle lusinghe del conformismo, ma educa i figli alla responsabilita’ dei propri compiti e insegna la via giusta, non la via facile, perche’ trasmette valori solidi che sono le basi della vita.
Beata la famiglia che vive con umilta’ e carita’ nel servizio reciproco, trafficando generosamente i talenti ricevuti, perche’ vivra’ nella gioia e nella pace del Signore.
Beata la famiglia che sa ricavare tempo per stare unita, che si preoccupa di crescere nel corpo e nello spirito attraverso l’ascolto, la lettura, la preghiera, perche’ non sara’ mai banale e nelle avversita’ sapra’ trovare il senso vero della vita.

Qualche consiglio ai genitori (Matilde Saiani)

“Decidera’ lui quando sara’ grande”
Alcuni genitori si pongono davanti al figlio in atteggiamento di rispetto assoluto (=indifferenza): è il figlio che deve chiedere aiuto se lo ritiene opportuno. L’importante è non bloccare la spontaneità della sua crescita.
Ciò significa lasciarlo in balia degli amici, dei modelli dominanti, delle suggestioni del momento. Il vuoto lasciato dai genitori, sarà occupato da altri. Ogni bambino, prima di imparare a decidere, inizia ad imitare il comportamento dei grandi. La libertà di decisione nasce da un’imposizione esterna… Imposizione, per noi adulti, è una parola che suona male, ma per il bambino è una parola tonificante: obbidendo sentirà la nostr forza in virtù della quale scopre che può anche non seguire i suoi impulsi immediati, può dominarli o rinviarne il soddisfacimento. E questo significa per lui incominciare a sentirsi competente.
Meglio, dunque, essere “filtri” attraverso cui i figli possono operare le lore scelte più decisive.

Nostro figlio: “sa lui cosa fare”
Non è vero. Il bambino non è capace di scelte libere. Per l’autodeterminazione bisogna:

  1. porsi degli scopi
  2. vederli come motivi o valori
  3. poter scegliere tra i vari motivi
  4. non avere impedimento nella scelta

Il bambino agisce in base alle sensazioni, alle esigenze del momento; agli stimoli immediati.
“Ci fidiamo di nostro figlio” può essere un modo di laversi le mani. La fiducia è poca cosa se non è accompagnata dall’interesse affettuoso. Fidarsi vuol dire: presentare con chiarezza norme e regole di azione, equilibrate ed adeguate all’età dei figli, insieme alla fiducia che con la nostra guida e la sua volontà lui ce la può fare. La scelta migliore è di essere “genitori semaforo”: che danno il segnale al momento giusto, forte e denso di significato.
Non funziona dire: “e allora fai come vuoi, non andarcdi più”, ma neanche: “guai se non vai! Devi andarci”.
Funziona meglio dirgli: “ti aiuto per considerare meglio il problema”.

“Si può comandare?”
Si può e si dede. Almeno fino a sei anni, il bambino regola il suo agire con il criterio della legge e dell’autorità dei grandi. Qualcosa è buono perchè è stato stabilito da una legge per lui indiscutibile o è comandato da un’autorità che controlla e verifica. La conformità o la disobbedienza al comando è il criterio che la sua coscienza morale usa. L’intenzione ancora non conta. Il comando dei grandi è la norma per il bambino, come per l’adulto lo è la convinzione della sua coscienza. E’ dunque un errore non comandare ai bambini con la scusa che è un metodo di costrizione: non cresceranno nella capacità di vivere per delle convinzioni interiori.

“Si può ricompensare?”
Punizioni e ricompense sono un bisogno del bambino: delle sottolineature a ciò che ha fatto, che lo portano a riflettere e a valutare. Le ricompense rinforzano il comportamento. Il regalo è educativo quando è meritato e proporzionato all’azione fatta. Diseducativo se ottenuto con il ricatto, esagerato, dato per comperarsi affetto. E poi vale la pena variare i tipi di ricompensa: eviteremo che il bambino se l’aspetti come qualcosa di automatico (“ti ho aiutato a sparecchiare, dunque devi …”).
Dall’età dei sei anni il bambino incomincia a percepire che esistono azioni valide in se stesse, che hanno in sè la propria ricompensa. Bisogna allora incominciare a non premiare sempre per un servizio reso (“se io lo faccio, tu cosa mi dai?”).
La collaborazione in casa deve essere gratuita come gratuito è l’apporto dei genitori. A sei-sette anni il bambino è in grado di capire che ha dei doveri, come lavorare è un dovere dei genitori.

Raccogliamo qui di seguito alcune affermazioni che ci sembrano importanti e che vi comunichiamo perchè proviate a rifletterci sopra con attenzione e amore:

  1. Quando arriva ai sette anni (età cosidetta dell’uso della ragione), il bambino possiede già in sè un corredo di abitudini, convinzioni, sentimenti che lo accompagneranno tutta la vita e che si razionalizzeranno come dati di scienza. Bisogna convincerci che il bambino si educa fin dalla nascita.
  2. I primi e più fondamentali sentimenti del cuore e dalla mente, che formeranno la sua vita spirituale e di fede, il suo comportamento morale e virtuoso, il bambino li assorbe quasi inconsciamente, ma li ordina nella sua psiche in modo che domani sarà regolato da essi.
  3. Soprattutto i genitori comunicano con i loro bambini e li formano – o deformano – non tanto attraverso le parole, i discorsi, i rimproveri, quanto piuttoso con il loro esempio abituale, con lo stile di vita, con ciò che vivono nel loro cuore. I bambini sono fotografi perfettessimi dei minimi movimenti delle vostre labbra o dei vostri occhi: vi leggono dentro, assimilano e ricordano!
  4. Di conseguenza, già da quando nascono voi dovete presentarvi a loro con un realtà di vita che sia autentica, sincera:  provate a non mentirvi mai, nemmeno con uno sguardo o con una parola detta a metà. Cercate di avere sempre un sorriso di pace e di umile gioia, che non sia una maschera sul volto ma l’autentico affiorare dei sentimenti del vostro cuore.
  5. Abbiate un rapporto veramente filiale con Dio, con Gesù, affidandovi a Lui con totale abbandono, sentendovi amati da Lui e restituendogli l’amore con la semplicità più schietta . I bambini vi devono vedere pieni di amore e di premura l’uno per l’altra, affettuosi ma non sensuali, lieti ma non sguaiati, misericordiosi ma non deboli, giusti e non duri, pazienti ma non fiacchi.
  6. Voi siete, per i vostri figli piccoli, molto ma molto di più che un libro pieno di illustrazioni, più che un programma televisivo. Perchè i bimbi leggono fino in fondo al cuore. Tutto questo vi pone sulle spalle un’enorme responsabilità, ma al tempo stesso vi fa sentire quasi creatori con Dio,  plasmatori di un’anima, di una coscienza, che diventerà vita e storia per anni, decenni, fino a proiettarsi a sua volta nelle generazioni future.
  7. Soprattutto, siate giganti di amore, teneri di delicatezza, misericordiosi nel perdono, affabili con tutti:  sappiate far rivivere il volto di Dio, l’immagine di Gesù, nel vostro volto, nei vostri comportamenti.

I tanti SI’ di una mamma.

Quanti “sì” da pronunciare rimangono ad ogni mamma, dopo quello profumato di festa del giorno di nozze!

SI’
   alla gioia e alla vita, che in lei prende forma.
SI’   alle notti insonni, perchè le preoccupazioni aumentano: il bimbo ha una cattiva tosse, il marito è stanco, …
SI’   alla fatica quotidiana, alla quale pochi pensano perchè è tutta loro, delle madri, che non la reclamizzano alla TV.
SI’   agli “straordinari” non pagati e che forse nessuno può vedere, perchè si fanno di notte quando tutti dormono.
SI’   felice ai successi dei figli ma anche alle loro sconfitte, che una madre sente come tutte sue.
SI’   alle giornate serene, piene di sole e di fantasia.
SI’   ai giorni stanchi e faticosi della malattia.
SI’   alla solitudine, che con gli anni cresce e si riempie di preghiera.
SI’   al marito, ai figli… ai vicini bisognosi di una mano, a tutti.
SI’   a Dio che chiama per nome per l’ultima volta, come nel mattino del primo giorno del mondo, quando ci pensò e volle fare ogni donna segno del suo amore in terra.

Le TREDICI SPOSE

Sposa smaniosa: poco riposa.
Sposa gelosa: vita penosa.
Sposa stizzosa: rompe ogni cosa.
Sposa bambina: vita meschina.
Sposa matura: calma e sicura.
Sposa all’antica: ama e fatica.
Sposa distratta: casa disfatta.
Sposa per forza: peggio che scorsa!
Sposa socievole: casa piacevole.
Sposa arrendovole: pace durevole.
Sposa irritabile: lite interminabile.
Sposa elegante: conto gigante!
Sposa normale: sei un capitale!

PROVERBI FAMIGLIARI

– Il matrimonio è una scienza / mai studiato a sufficienza.
– Al matrimonio, come alla morte, / pochi arrivano preparati.
– Il matrimonio è come un nodo / che deve farsi a modo perchè non strozzi o allenti / amore e sentimenti.
– L’accordo offre agli sposi / giorni meravigliosi.
– I gesti e i sentimenti affettuosi / sono un lieto dovere degli sposi.
– Leggere vecchie lettere d’amore / spesso agli sposi rasserena il cuore.
– Chi si sposa si mette con pazienza / in cammino per fare penitenza.
– Chi si marita per uscire dai guai / talvolta ne ritrova di più assai.
– Povera sposa e povero marito / se sposano soltanto un “buon partito”.
– L’amore coniugale sembra un’alta montagna.
   in cui ride chi sale e chi scende si lagna.
– Chi già pensa a divorziare / faccia a meno di sposare.
– In qualunque matrimonio / c’è la coda del demonio.
– Matrimonio fra parenti / poche gioie e assai tormenti.
– La sposa comprensiva / molto affetto ravviva.
– Donna riservata / felice chi l’ha sposata.
– Moglie graziosa e onesta / per il cuore è una festa.
– Moglie, macchina e ombrello / non prestare a questo o a quello.
– Donne buone, o belle o brutte / alla fin si sposan tutte.
– La prima moglie la dà Dio, la seconda il mondo, la terza il diavolo.
– Con donna insopportabile e loquace / solo un marito sordo avrà pace.
– Senza moglie a lato / l’uomo non è beato.
– A nessuna moglie è caro / un marito troppo avaro.
– Mariti stolti riserbano agli amici allegria / ed alle mogli la musoneria.
– Pensaci bene in tempo è quel che giova / perchè la moglie non si prova.
– Quando torni da un viaggio porta sempre qualcosa / sia pure un ninnolo da offrire alla tua sposa.
– Un buon marito non ha scordato / le sue promesse di fidanzato.
– Che ce ne sian di migliori è garantito / ma preferisco sempre mio marito.
– Marito innamorato / sa fare anche il bucato.
– Le famiglie più sane e felici / han molte fronde e solide radici.
– La famiglia è l’architrave dell’umana società / se ne sgretoli un pezzetto, tutto l’arco crollerà.
– Nel petto colmo di paterno amore / più crescon gli anni meno invecchia il cuore.
– Torna ogni tanto al vecchio focolare / fino a che c’è qualcuno da aspettare.
– Chi vuol fare bella famiglia / incominci dalla figlia.
– Famiglia grande e serena / dà fatica, ma vale la pena.
– L’ uccello senza nido è senza amore / l’ uomo senza famiglia è nel dolore.
– La concordia fra molti fratelli / vale più che fortezze e castelli.
– La mache fa dondolare la culla / è la mano che regge il mondo.
– Se la moglie fa le valige dicendo: “basta non ce la faccio più, me ne vado!” / fa anche tu la valigia e correndole appresso grida: “anch’io non ce la faccio più, vengo con te!”.

Alcune ricette pratiche per educare bene i figli

1. L’opera educativa comincia dal seno materno: se aspetti più tardi hai perso la gara più importante della tua vita di genitore.

2. Ricorda che tuo figlio comincia a capire molto prima di quanto tu credi e quando questo sia avvenuto non lo saprai mai.

3. Previeni il male con la vigilanza più attenta, per non doverlo reprimere quando sarà troppo tardi. Chi previene si fa amare, chi reprime si fa odiare.

4. Non sgridare e non castigare con rabbia se ha sbagliato, ma convincilo del suo errore col ragionamento più sereno e affettuoso.

5. Non concedere tutto per esagerata tenerezza di cuore, perchè chi dà i vizi li dovrà poi mantenere.

6. Non dire mai di sì quando devi dire di no. Non dire mai di no quando puoi dire sì. Nel sì e nel no i genitori devono essere d’accordo.

7. Non raccontare frottole di fronte alle domande difficili di tuo figlio. A lungo andare non ti crederà più. Sii sincero sempre nel modo più prudente e conveniente.

8. Non dire: “Devi essere onesto”. Dà tu l’esempio dell’onestà più cristallina nelle parole e nei fatti e tuo figlio si specchierà in te.

9. Ricorda che tuo figlio amerà Dio nella misura che lo amerai tu: amerà te nella misura che amerà Dio.

10. Non togliere Dio dalla vita di tuo figlio perchè commetteresti un furto a suo danno. Donando Dio a tuo figlio, il tuo dono si ripeterà ogni giorno nella vita di tuo figlio, anche al di là del tuo tempo.

Non basta pensare al figlio, occorre pensare con il figlio. Lavora di meno per lui; lavora più con lui per capirlo, accoglierlo ed educarlo.

Come si rovina un figlio.

(La direzione di polizia di Houston, nel Texas, ha pubblicato questo codice affinchè i genitori ne facciano argomento di concreta riflessione)

1. Fin dai primi anni, date sempre a vostro figlio tutto quello che vuole. In questo modo egli crescerà convinto che tutto il mondo deve essere ai suoi piedi.

2. Se dice “paraloacce”, ridete! Così egli si crederà molto spiritoso.

3. Non preoccupatevi di dargli una formazione spirituale; tanto quando sarà grande, sceglierà da sè la religione che gli pare.

4. Provvedete voi a rordinare tutto ciò che egli butta all’aria; crescerà con l’impressione che sono sempre gli altri i veri responsabili.

5. Non sgridatelo mai, non avvertitelo mai: “questo è male”, altrimenti potrebbe sorgere in lui un complesso di colpa. Da grande, quando per qualche grossa mancanza, incapperà nel Codice Penale, sarà convinto di essere una vittima della società.

6. Lasciategli leggere tutto quello che vuole: si convincerà che solo il corpo ha bisogno di pulizia, mentre lo spirito può avvolgersi nella sporcizia.

7. Non insegnategli mai che il vero amore esige anche rimproveri, anche se vi costano. Non insegnategli mai che l’amore è anche sacrificio e fatica: ginnastica continua contro l’egoismo.

8. Non allenatelo mai alla minima fatica e al minimo sforzo: deve crescere nella bambagia; per lui dovrà sembrare tutto facile.

9. Quando da solo si stupirà per la scoperta che la vita non è sempre facile – e si accorgerà del vostro inganno – siate pronti ad accettare il suo risentimento, che ti tramuterà in odio verso di voi che l’avete ingannato.

10. Preparatevi ad una vita di lacrime: l’avrete senz’altro!

Un bambino impara ciò che vive.

Se vive nel rimprovero diverrà intrasigente.
Se vive nell’ostilità diverrà agressivo e litigioso.
Se vive nella derisione diverrà timido.
Se vive nel rifiuto diverrà più sfiduciato.
Se vive nella serenità diverraà equilibrato.
Se vive nell’incoraggiamento diverrà più intaprendente.
Se vive nell’amore diverrà capace di amare.
Se vive nella verità diverrà sincero e leale.
Se vive nell’umiltà diverrà consolatore.
Se vive nella parola di Dio diverrà figlio prediletto.
Se vive nell’apprezzamento diverrà più comprensivo.
Se vive nella chiarezza diverrà più fiducioso.
Se vive nella stima diverrà più sicuro di sè.
Se vive nell’amicizia diverrà veramente amico.
Se vive nell’armonia diverrà più coerente.
Se vive nella paura diverrà apprensivo e insicuro.

Regole d’oro per educare un bambino.

1. Non dare sempre tutto quello che ti domanda
2. Non lodare in sua presenza la sua intelligenza e bellezza.
3. Non litigare tra sposi quando vi sente.
4. Quando il padre lo rimprovera la madre non gli dia ragione e viceversa
5. Badate a cosa legge e chi frequenta
6. E’ più conveniente lasciargli dei buoni principi e un buon esempio che molti beni materiali
7. Fargli capire che l’Amore nutre lo Spirito e l’Anima
8. Ditegli che non è vergognoso piangere per Amore
9. Quando vuol essere solo è perchè si sente solo
10. Ricordagli che come lui sei stato pure tu bambino e lui ti amerà di più

Cosa si attendono i figli dai genitori.

1. Tra voi e i vostri figli regni il dialogo più sincero.
2. Rispondete sempre alle loro domande.
3. Mostratevi con loro di umore e di amorevolezza costanti.
4. Non dite mai cose non vere.
5. Dimostrate per tutti i figli uguale affetto.
6. Accogliete gli amici dei figli come accogliete i vostri.
7. Non rimproverate nè punite vostro figlio alla presenza di altri ragazzi.
8. Fate risaltare le buone qualità dei vostri figli e non mettete troppo in evidenza i loro difetti.
9. Siate vicendevolmente indulgenti tra voi due.
10. Non bisticciate mai in presenza dei figli.

Decalogo del Figlio

Va di moda, oggi, processare padri e madri. Se il ragazzo sbanda, la colpa è dei genitori; se non cresce educato, la responsabilità è di chi l’ha messo al mondo. Insomma, padri e madri sono i primi a ricevere le pietre. E i figli? Tutti innocenti i figli? Perchè non dovrebbero ritenersi anch’essi responsabili della riuscita della famiglia? E’ vero che padre e madre hanno i loro doveri, ma è pur vero che i figli hanno i loro obblighi. E allora, tu, figlio:

1) Sentiti responsabile della felicità della famiglia. la famiglia è un impegno da portare avanti tutti, non una mucca da mungere o un nido da sfruttare.
2) Sappi che anche mamma e papà sono esseri umani: hanno i loro momenti di debolezza, di noia, di stanchezza.
3) Aiutali ad imparare a fare i genitori. Certo che lo puoi! Con la dolcezza, la comprensione, approfittando dei momenti di calma, che vi sono sempre in famiglia, per parlare dei tuoi problemi. Vedrai che vi capirete ed insieme imparerete: loro, ad essere più genitori, e tu, più figlio.
4) Parla! Dialoga! Comunica! Spesso il silenzio e l’indifferenza feriscono più della parola. Arrivi a casa, mangi…tutto in silenzio. Finito il pasto esci senza parlare, senza guardare in faccia. Ti pare onesto? I genitori hanno diritto almeno, alla stessa cortesia che si dimostra con gli amici!
5) Non considerare il papà come un portafoglio e la mamma come una serva.
6) Non accorgerti solo quando la minestra è salata, ma anche quando è buona, per dire “grazie”. I genitori hanno bisogno di tenerezza: “ciao”, “come va”, “se non vi dispiace”, “vi telefonerò senz’atro…”.
7) Non essere crudele, tornando a casa troppo tardi! E’ vero che loro potrebbero dormire, ma sai bene che non è facile comandare al cuore. Già hanno passato tante notti insonni quando eri bambino, quando eri malato; non è giusto  che ora, mentre tu scoppi di salute, passino altre notti insonni solo per il tuo eccessivo divertimento. Non è giusto che i genitori soffrano di “mal di figlio”!.
8 ) Ascoltali nelle questioni importanti: “nella vita vorrei fare questo… So che tocca a me decidere, ma vorrei avere il vostro parere…”.
9) Non essere brevissimo solo quando telefoni dalla cabina (“non ho più gettoni”) e lunghissimo quando telefoni da casa.
10) Non essere come il Paguro Bernardo che vive sfruttando le risorse altrui. A un certo punto ti deve pur venire in mente l’idea di mantenerti da solo. Un pò di orgoglio! Troppo comodo farsi mantenere in eterno!

Segui questi consigli: non ti capiterà di sentire, poi, il dovere di chiedere scusa alla fotografia dei tuoi genitori quando, alla loro morte, ti accorgerai quanto di grande, di nobile, di buono ha perso!

I VOSTRI FIGLI

I vostri figli non sono figli vostri: sono i figli
e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzi di voi ma non da voi.
Dimorano con voi tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo
ma non alla loro anima, perchè la loro anima
abita la casa dell’avvenire che voi non potete
visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo
ma non pretendere di renderli simili a voi,
perchè la vita non torna indietro
nè può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive,
i vostri figli sono lanciati in avanti.
L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero
dell’infinito e vi tiene tesi con tutto
il suo vigore affinchè le sue frecce
possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia
nelle mani dell’Arciere poichè egli ama
in egual misura e le frecce che volano
e l’arco che rimane saldo.
                                                                  Gibran Kahlil Gibran