III domenica di Quaresima

Nel racconto del Vangelo di questa domenica, una donna si reca al pozzo per attingere l’acqua nell’ora più calda del giorno. Andare al pozzo a mezzogiorno non è per niente usuale per quei tempo, e questo ci rivela che questa samaritana per via della sua vita scombinata ha vergogna di incontrare altre persone, delle quali sente il giudizio continuo. E’ solo un piccolo indizio narrativo che non può sfuggire a chi ascoltava il Vangelo. Che ci fa questa donna lì a quell’ora, non è per niente conveniente! E che ci fa Gesù presso un pozzo a conversare con una donna che è per giunta samaritana, quando la Samaria è per un giudeo un luogo di eresie e di persone poco di buono. Anche gli apostoli si meravigliano di questa scena…

La donna sembra proprio come il brutto anatroccolo della favola di Andersen, che specchiandosi nel pozzo vede solo la sua vita piena di relazioni sbagliate e giudicata male dalla gente e sicuramente anche da Dio. Questa donna si trova di fronte questo giudeo che le fa una richiesta strana e questa la mette in allarme perché non sa quale fine ha (cerca una moglie? Una schiava? Mi vuole giudicare?)

Non ci sono miracoli in questa storia, come verrà invece nei Vangeli che ascolteremo le prossime domeniche (il cieco guarito e la resurrezione di Lazzaro), ma un miracolo possiamo vederlo anche qui. E’ il miracolo dell’amore senza giudizio, che riesce a vedere anche nell’essere più negativo qualcosa che porta a Dio.

Gesù trasforma questa donna da “brutto anatroccolo” religioso e sociale, in una credente e testimone di fede. Questo è possibile perché Gesù vede un cigno dentro questa donna, e la fa crescere spiritualmente in un dialogo che parte da una cosa molto materiale come bere dell’acqua al parlare di Dio, di preghiera, di acqua viva che è lo Spirito di Dio, cioè il suo amore. La samaritana pian piano passerà dal vedere Gesù come semplice uomo al riconoscerlo come il Messia che tutto conosce e che le cambia la vita.

Questa donna lasciando la sua preziosissima brocca per attingere l’acqua ai piedi del pozzo, ora diventa una testimone di fede che annuncia il Messia, e diventa il volano di nuovi incontri con Gesù e di nuove conversioni.

La donna specchiandosi in Gesù ha visto il cigno della sua anima, quello che Dio ha messo nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, qualsiasi sia la sua vita e le sue sofferenze.

C’è voluto un dialogo personale e un incontro vero, senza pregiudizi e senza pretese. E’ lo stesso dialogo che siamo invitati ad avere ciascuno di noi personalmente con Gesù, che vuole che scopriamo la bellezza della nostra anima nascosta dal grigiore di tante fatiche, peccati, errori e sofferenze.

E come Chiesa, siamo chiamati a trasformare le nostre comunità cristiane come quel pozzo di Giacobbe, dove chiunque arriva si sente accolto, amato e può così spiccare il volo della fede.

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