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II domenica dopo Natale

Venne fra i suoi

Anno nuovo… giorni da vivere e sogni da realizzare, illusioni da infrangere e la vita degli altri di cui farsi carico. La memoria di ieri ti prepara il tuo oggi. Puoi imparare dall’esperienza i segreti dell’umanità nuova a patto che non ti allontani dalla realtà che vivi. Perché cercare altrove ciò che è già qui? Dio è qui. Lo incontri ogni giorno. Il sangue che pulsa nelle tue membra è il segno della vita che scorre ed è un richiamo continuo al senso profondo delle cose. Dove stai andando? Cosa cerchi? Aspetti qualcosa di grande, quasi un miracolo che cambi le tue giornate, un evento quasi magico che riempia di gaudio i tuoi grigi pensieri. C’è, ma non lo vedi. Perché cerchi sempre altrove. È qui, nella tua vita feriale. Nei gesti che ripeti, nelle abitudini che ti rendono familiare l’ambiente familiare o di lavoro. È qui l’immenso! È in te. La vita eterna è già in te. Come il sole che all’orizzonte splende e tutto illumina la vita ti è data, continuamente. Apriti al dono di te, e sentirai narrare la vita di Dio ovunque. Affonda il pensiero nel pensiero di Cristo, e sentirai sciogliersi tanti problemi come neve ai primi tepori. Esci dalle tue proprietà e lasciati amare e incontrare davvero dalla vita nella sua novità … è tutto nuovo, perché, dice Gesù: Ecco, io faccio nuove tutte le cose.

Il Vangelo dei piccoli

Andiamo per un attimo a casa di Gesù. Non a Betlemme dove è nato. E neanche a Nazareth dove è cresciuto ed è stato fino a trent’anni. Andiamo in cielo. Qui è la casa di Gesù, la casa del Padre suo che è Dio. In cielo il Padre, guardando la bellezza del Figlio, aveva creato tutte le cose, facendo in modo che assomigliassero a lui. E infatti le cose create sono tutte belle, e parlano di una vita che è stupenda ed è quasi come una nostalgia di una vita che non muoia più. Tu vedi un bocciolo di rosa, e pensi. Vorrei restasse sempre così, che non appassisse mai! Questo desiderio di una vita che lasci la bellezza intatta per sempre è quello che ti porta fino alla casa del cielo. Qui la vita è sempre piena e non subisce le variazioni del tempo. Qui è Gesù. Qui il Padre ti parla di Gesù, di tutto l’amore che ha per lui e per ciascuno di noi. La vita è come la luce che splende e manda via le tenebre. Quando c’è la vita, non manca nulla. E la vita è Gesù. Quando c’è la luce, non manca nulla. E la luce è Gesù. Ma come si fa a vivere la vita e a restare nella luce, se Gesù non lo conosciamo più? Bisogna fare come Giovanni il Battista che dava testimonianza al Figlio di Dio prima che arrivasse. Noi, come Giovanni, dobbiamo essere la voce che porta la Parola, cioè Gesù. Ma come possiamo conoscere Gesù se non leggiamo mai la sua Parola? Tu mangi le parole del vangelo come pane quotidiano? Sarai grande se nutrirai il tuo cuore con le parole di Gesù, parole che sono vive ogni giorno e per questo sono luce. In questo nuovo anno prendi l’impegno di leggere ogni giorno un pezzetto del vangelo, allora sì che diventerai saggio e potrai capire tutte le cose del mondo, soprattutto tutte le cose che non tramontano mai.

Epifania

 Come in ogni scena di vita umana, i personaggi di questa festa di oggi sono diversi, il protagonista è uno solo: Gesù. Nato nel nascondimento, gli angeli avevano dal cielo portato l’annuncio ai pastori, persone che vivevano ai margini del contesto sociale. Ora si parla invece di magi, persone sapienti che vengono dall’oriente con doni preziosi, si parla del re Erode, si parla di scribi e farisei. E siamo a Gerusalemme, non più nella borgata di Betlemme. La guida di questo cammino di ricerca di Colui che si nasconde tra le braccia di una ragazza qualunque di nome Maria è una stella. Una stella particolarmente degna di attenzione che ha parlato a chi sa leggere il linguaggio del cielo: i magi. Il creato è parola per chi vuole comprendere. Ci sono tracce del Dio vivente ovunque, e l’uomo, ogni uomo, è capace di vederle e di leggerle. Il dramma è che l’uomo le vede soltanto, non va oltre perché leggerle significa assumersi la responsabilità di seguirle. E infatti i magi, vista la stella, partono. Non sanno precisamente dove li condurrà, ma non esitano a sospendere ogni loro impegno perché vale la pena. Con quale intenzione vanno? Una sola, quella di adorare Colui che è legato a quella stella, rendergli omaggio come si conviene a un grande! la domanda è precisa: Dov’è il re dei giudei che è nato? Erode resta turbato perché si parla di re che nascono, e lui non sa nulla. Possiamo soffermarci a riflettere a cosa le parole portano con sé. I significati “turbano”. Gli scribi e i farisei trovano la stella nella Scrittura: Betlemme, un capo che sarà il pastore del popolo… re, capo, pastore… Gesù è tutto ciò, eppure non intende togliere nulla al re e ai capi. Siamo nel piano dello Spirito. Ma le cose dello Spirito le comprendono solo coloro che vivono nello Spirito, per gli “estranei” quelle parole assumono altri significati, celano altre intenzioni. Erode chiama “segretamente” i magi, si fa dire il tempo della stella, li manda a Betlemme. Ha capito che si tratta del Messia! E nonostante la comprensione ha paura e finge: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”. L’ordine delle parole è quello dei magi: “Fatemelo sapere perché venga ad adorarlo”, ma le intenzioni sottese sono altre. Erode vuole sapere chi è per eliminarlo. Usciti da lì i magi ritrovano la stella. Non Erode li guida, ma la stella li precede e li accompagna. Provano infatti una “grandissima gioia”. Una gioia senza confini che solo il cielo può infondere… E la stella si ferma sopra il luogo in cui si trova il bambino. In quella casa lo vedono, lui con Maria sua madre. A lui si prostrano, lui adorano, a lui aprono gli scrigni e offrono i doni: oro a lui che è re, incenso a lui che è Dio, mirra a lui che soffrirà per salvare il mondo. Quando escono da quella casa sono avvertiti in sogno di non tornare da Erode. Partono dalle loro terre, seguendo le indicazioni del creato che li porta a chi sa leggere la Scrittura. Con la Parola il creato è voce di Dio: la Parola e la stella li conducono a Gesù. Dopo l’incontro non si torna per la stessa via. Erode, gli scribi e i farisei sono stati intermediari di Dio, pur ignari di esserlo, ma è stata una missione temporanea. Ora possono tornare per altre vie più sicure. La loro sapienza che ha saputo riconoscere nel piccolo il fulgore della stella li guiderà. Non hanno avuto timore di prostrarsi di fronte a lui perché quella luce, la luce vera che illumina ogni uomo, non ti annienta, ti inonda! L’augurio per oggi: che tu possa diventare “stella” per chi vuole andare a Gesù.