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I domenica di Quaresima

È cominciata la Quaresima, cammino di conversione, per rimettere a fuoco la fede, facendo anche noi “la faccia brutta”, nel nostro viaggio verso la Pasqua; così descrive Matteo l’espressione sul volto di Gesù, al momento della decisione di salire a Gerusalemme, dove sarebbe morto in croce: un misto di forza temprata dal dolore, ma soprattutto decisione, consapevolezza della gravità, senso di urgenza,…coraggio e determinazione.

Veniamo subito al Vangelo: Gesù ha appena ricevuto il battesimo; rivestito della forza dello Spirito Santo, l’uomo di Nazareth si inoltra nel deserto per sottoporsi ad una prova difficile, rischiosa,… una sorta di rito di iniziazione.

Gli antropologi hanno osservato che i riti di iniziazione alla vita adulta sono diffusi in tutte le popolazioni primitive e non: si tratta di prove drammatiche alle quali i giovani maschi si devono sottoporre: vengono separati dalla famiglia, portati nella foresta, o nel deserto, e lì, abbandonati.

Il digiuno è una componente essenziale, comune in quasi tutti i riti di iniziazione. Il significato è chiarissimo: passare attraverso la morte – non solo rituale, almeno quanto ai rischi che sono del tutto reali! -, per approdare alla risurrezione, alla vita nuova, la vita di un uomo libero, maturo, padrone di sé, responsabile, cioè capace di prendersi cura anche degli altri.

Ed ecco il Signore mentre si misura in singolar tenzone contro il diavolo, personificazione del Male, l’eterno nemico del Bene.

Avete notato che entrambi i personaggi utilizzano i Testi Sacri: “Sta scritto”, dicono, e ciascuno sceglie i versetti che possono rafforzare le rispettive posizioni. Quale differenza separa tuttavia i due soggetti!! “Sta scritto”: la Verità da una parte, la menzogna dall’altra! “Sta scritto”: l’uso virtuoso della Parola di Dio da una parte, e la strumentalizzazione perversa della stessa dall’altra!

Ma la separazione, il conflitto non è solo tra il bene e il male; sarebbe ancora troppo facile.

La scelta cristiana è chiamata ad esercitarsi anche quando si trova davanti a beni diversi e in concorrenza tra loro; quale tra questi è più importante qui e ora?

Nel caso di Gesù si trattava di valutare tra la fame di panemateriale‘ e la fame di fare la Volontà del Padre suo: “Non di solo pane vivrà l’uomo.”. Egli rinuncia pertanto a se stesso, per un bene più grande, che va oltre quello individuale e abbraccia tutta l’umanità. “Sta scritto”: chi ama la propria vita la perde; ma chi odia la propria vita per causa del Vangelo, la ritroverà in eterno (cfr. Gv 12,25-27). Questa Parola che risuona ripetutamente nel Nuovo Testamento, ha convinto molti uomini e donne a dare la loro vita perché qualcun altro potesse aver salva la sua, per la pace, per amore di Dio… Persone dal cuore grande, testimoni di una carità che non esita a calcolare i pro e i contro, veri martiri della fede!

Le tentazioni cui il diavolo sottopose la persona di Gesù non furono solo quelle materiali, come la fame e la sete; san Luca precisa che il principe del mondo si allontanò dal Figlio di Dio dopo aver esaurito ogni tentazione. La breve pagina del Vangelo di oggi si focalizza sulle tentazioni del potere politico, economico e religioso: tre poteri forti che possono dare alla testa, diventando fini a sé stessi, distogliendo l’uomo da Dio e conducendolo dritto e filato verso l’autodistruzione.

Anche il potere religioso? Sì, anche quello! Dal mito del vitello d’oro, e prima ancora, fino ai giorni nostri, la storia ci ha mostrato a quali deliri di onnipotenza può condurre il potere religioso; soprattutto quando è legato a doppio nodo con quello temporale e politico.
“Adorerai il Signore Dio tuo: a Lui solo renderai culto.”
“Non metterai alla prova il Signore Dio tuo.”

Sono le reazioni di Gesù agli attacchi di Satana. La prima si riferisce appunto al culto; inutile, o forse no, ricordare l’importanza assoluta del culto nella vita pubblica di Gesù: non certo il culto antico fatto di prescrizioni e di decreti; un culto in spirito e verità – precisa Giovanni nel suo Vangelo -, nel quale Gesù immola se stesso e diventa il Cristo; un culto che è ad un tempo memoria e decisione per il futuro. Fare della nostra vita un atto di culto, un’offerta gradita a Dio: un modo forse un po’ enfatico, o forse no, per dire che, con il Battesimo, la nostra vita è consacrata a Dio.

Eppure, quanti idoli ancora ispirano e sostengono l’esistenza di tanti cristiani: dal calcio alla politica; dal gioco d’azzardo alla cartomanzia e affini; dal sesso alle altre forme di dipendenza…

Persino all’interno della stessa religione, si manifestano pericolose derive superstiziose e devozionistiche, che molto hanno di idolatrico e ben poco di salvifico.

Che cosa significa, infine, mettere alla prova Dio? dubitare di Lui, nel caso in cui non assecondi le nostre richieste. Chi di noi, almeno una volta, non è stato tentato in tal senso? In occasione di un momento di grave crisi – una malattia, un problema familiare, o di lavoro – si è sentito veramente in pericolo, e ha chiesto aiuto al Cielo… ma il Cielo ha taciuto. Ecco allora la tentazione, subdola e affascinante di dubitare e, contemporaneamente, di cercare aiuto altrove… in quei vizi che ho richiamato sopra.

Non vergogniamoci! Anche Simon Pietro reagì allo stesso modo, quando sfidò il Signore a chiamarlo a sé, camminando sulle acque… Nessuno è immune dalle tentazioni peggiori e inconfessabili! Non lo fu neanche il Signore… Tuttavia, questa fragilità non riduce, tanto meno svilisce la Sua dignità di Figlio di Dio.

Sapeste quali e quante tentazioni assalgono un prete, mentre alza il calice sull’altare!…

Sia tuttavia altrettanto chiaro che ciascuno di noi può resistere alle lusinghe del Tentatore! Come? Facendosi aiutare dallo Spirito Santo. La forza dello Spirito non è un’illusione! Ma bisogna invocarla, ogni giorno! da soli non ce la faremo. Buona Quaresima a tutti!