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Domenica XXVIII del Tempo Ordinario

Festa di nozze

Ai crocicchi delle strade…

Dove sei andato a stare, figlio mio? Vieni, la casa è pronta, i cibi sono già in tavola. Manchi solo tu, perché la mia gioia sia piena. La tua bellezza, sciupata nei rigori delle notti buie e nelle ore assolate dei giorni che passano, è chiamata a splendere. La tua strada porta a casa, torna! Ti aspetto …

Una festa di nozze. E lo sposo è il figlio del re. Gli invitati non si presentano e sono tutti presi dalle loro cose: il campo, gli affari. I servi che li invitano vengono insultati, alcuni anche uccisi. Il re si indigna e la festa di nozze resta incompiuta.

 La chiamata di Dio a partecipare al suo banchetto di vita apre delle possibilità senza confini, ma per chi ignora la sua voce consapevolmente la vita non sarà facile: si nutrirà di ciò che ha dato, di assenza, di ingiustizia, fino a morirne. Chi si trova nei crocicchi delle strade e non ha campi o affari che lo tengono occupato accoglie l’invito.

La sala delle nozze è piena: buoni e cattivi insieme. Il re è contento di incontrare i commensali, gioisce che tutti mangino del suo banchetto. Quando però vede che uno di loro non indossa l’abito nuziale, si ferma. Lo chiama per nome: amico! E gli chiede spiegazioni: Come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale? Nessuna risposta.

Perché il re lo getta fuori? Perché non si è vestito a nozze per andare alla festa, ma è rimasto pieno di sé. L’invito non esonera dal vivere in prima persona gli eventi, coinvolgendosi in essa. Quale può essere l’abito nuziale? Dio altro non chiede che di rispondere a ciò che avviene. La risposta adeguata alla situazione, questo è l’abito nuziale!

Il Vangelo dei piccoli

Oggi si va alle nozze. E tu sei invitato. Ti va di andare? Il vestito ce l’hai? E’ sempre una festa un matrimonio. Ci sono tante persone, si vive una gioia speciale… Può capitare che tu abbia altro da fare, ma se devi scegliere tra quello che ti interessa e quello che è gioia di altri, cosa fai? Non puoi cavartela facilmente dicendo: Ho da fare. Se qualcuno ti invita, forse ci tiene alla tua presenza. E allora vai… quale vestito mettersi? Quello che porti attaccato al tuo cuore. Puoi levarti tutti quelli che hai sopra, dentro il cuore porti un abito meraviglioso, quello che Dio ti ha fatto quando ti ha pensato. Togli tutte le altre cose e vai. Sarà bello stare insieme e godere di tutto quello che è stato preparato. Ce ne è per tutti, puoi chiamare altri amici se vuoi, quelli che trovi in giro e magari non hanno mai sentito parlare di Gesù. Sì, è Gesù che si sposa. E con chi? Con te!

STORIA

C’era una volta un santo buono buono, che si chiamava Dimitri.  Un giorno, mentre pregava, Gesù gli disse: «Mio caro Dimitri, oggi voglio incontrarmi con te. Troviamoci al piccolo santuario della Santissima Trinità, sulla via per Kiev, a mezzogiorno». Figuratevi la gioia del buon Dimitri!  Non si prese neanche il mantello e partì di corsa. Camminava in fretta, con il cuore che batteva forte, perché aveva un appuntamento con Dio.

La strada che portava al santuario era sconnessa e tormentata e non gli era mai sembrata così lunga. Improvvisamente, dove c’era un po’ di discesa, si imbatté in un povero carrettiere che si affannava inutilmente a riportare sulla strada il suo carro che si era semi rovesciato nel torrentello che fiancheggiava la strada.

Da solo, il pover’uomo non ci sarebbe certamente riuscito. Dimitri non sapeva proprio che cosa fare: «Devo fermarmi ad aiutare questo pover’uomo in difficoltà o far finta di niente e proseguire velocemente per arrivare al mio unico e imperdibile appuntamento? Dopotutto carrettieri in difficoltà ne incontrerò ancora. Ma mancare all’appuntamento con Dio sarebbe gravissimo. Non mi capiterà mai più nella vita!».

Era veramente dibattuto fra una cosa e l’altra. Fu il suo cuore a decidere.

Dimitri si fermò e si affiancò al carrettiere, appoggiò anche lui le spalle al carro, che era finito di traverso nel fosso, e unì i suoi sforzi a quelli dell’uomo che lo ringraziò con gli occhi.

Sbuffando e sudando, i due riuscirono a riportare sulla strada le ruote del carro.

Dimitri non sentì neppure i ringraziamenti del carrettiere.

Appena il carro fu sulla strada ripartì di corsa verso il suo appuntamento, verso il suo incontro con Dio. Ma quando, stanco e ansimante, arrivò nel posto convenuto per l’incontro, Dio non c’era. Forse stanco di aspettare se n’era andato. Con il cuore spezzato per la delusione, Dimitri si accasciò piangendo sul ciglio della strada.  Dopo un po’ passò di là il carrettiere che, vedendolo così abbattuto, si fermò, si sedette sull’erba accanto a lui, lo guardò con occhi pieni di dolce comprensione, trasse dalla bisaccia una pagnotta, la divise in due e gliene porse metà, mormorando: «Dimitri…». Con l’animo in subbuglio, davanti a quel pane spezzato, Dimitri capì. Abbracciò quell’uomo piangendo di felicità: «Gesù mio, eri tu! Eri tu il carrettiere! Mi eri venuto incontro…».