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Domenica XXIX del tempo ordinario

La preghiera occupa un posto importante nella vita di ogni cristiano e di ogni comunità che voglia comprendersi come “chiesa di Gesù Cristo”. Parliamo di preghiera ‘cristiana’ in quanto nasce dalla fede in Gesù Cristo e in lui trova anche il modello per rivolgersi al Padre: in questo senso è preghiera “ricevuta dal Signore”. Essa ci inserisce nell’oggi di Dio, quale si è rivelato nella persona e nella vita di Gesù. Essa diventa in-vocazione poiché situa noi e la nostra storia, personale e comunitaria, davanti a Dio e da lui attende luce e guida, attende la risposta che ci salva. La breve parabola del Vangelo illustra una caratteristica della preghiera cristiana: pregare sempre, senza stancarsi. La preghiera è così proposta come l’anima della vita quoti-diana: è la prova e l’espressione della fede vissuta.  Indica la strada per la ricerca di Dio e ci sostiene nel cammino.  L’atteggiamento cor-retto di chi si pone davanti a Dio in preghiera è mostrato dalla prima lettura, nella figura di Mosè: con le braccia alzate verso Dio egli im-plora aiuto. Anche il cristiano si ritrova in tale immagine di figlio che tende le braccia al Padre. La II° lettura, esortando a restare saldi nella fede e nella testimonianza, delinea il contesto ecclesiale nel quale il pregare acquista in pienezza il suo significato.