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Domenica III^ del tempo ordinario

Nella liturgia di oggi l’accento è posto sulla  gioia e sulla luce che il credente in Dio è chiamato a vivere. L’annuncio che Dio regna nella nostra storia ci libera da servitù, tenebre ed esperienze di umiliazione. Gesù viene annunciato a tutti come “luce del mondo”. La luce diventa così anche il simbolo della nostra fede e l’invito di Gesù a seguirlo indica a noi la missione di diffonderla. Testimoniarlo con la vita e annunciare il suo Vangelo del Regno di Dio in mezzo a noi è portare la sua luce a tutti. Questo accento positivo che troviamo nel Vangelo di oggi richiede perciò di essere proclamato con il tono della testimonianza. L’annuncio della vicinanza del regno di Dio può essere percepito come liberazione da ogni forma di male e come pienezza di vita. Si tratta di una esperienza effettivamente vissuta nella fede. Il brano di Isaia, nella prima lettura, conferma questo orientamento: non si tratta solo della cronaca di un episodio relativo all’antico Israele, ma dell’esperienza di liberazione dall’angoscia e dall’oppressione attraverso l’intervento di Dio: la vera salvezza può venire soltanto da Dio. La stessa unità e la comunione del ‘popolo di Dio’ provengono da Lui attraverso Gesù: nella seconda lettura Paolo esorta a vivere relazioni di intesa e di concordia, poiché la frantumazione in gruppuscoli evidenzia soltanto immaturità spirituale e scelte infantili. Se accoglieremo la luce con la prontezza e la generosità dei primi discepoli, anche la nostra vita sarà sempre piena di gioia.