Domenica 2^ di Avvento – Immacolata Concezione

La sua ombra

“Tota pulchra es, Maria…” parole che nei secoli hanno elevato i cuori a Maria, l’unica creatura capace di estrarre dal tuo cuore l’attrazione per il candore della vita, la nostalgia dell’innocenza interiore e il desiderio di una trasparenza senza ombre.

La festa di oggi ci riconduca sui sentieri del ritorno, il ritorno al Pane autentico, il ritorno agli affetti più santi, il ritorno a se stessi, a quella parte di sé perduta nella confusione del mondo e che reclama attenzione. Un attimo di contatto con la vita divina può rendere il tuo tempo, divorato da occupazioni e preoccupazioni, “il tempo di Dio”. Non rinunciare a cercare spazi di incontro con la Madre di Dio. Ti aspetta ogni giorno. Nel suo cuore immacolato tutto ritrova il suo significato perché non viene meno la sua splendida vocazione di madre e discepola di Gesù. Lei ti porta al cielo!

C’è un tempo in cui si compiono le promesse di Dio. L’attesa trova risposta. Ed è un tempo “ordinario” che si fa “straordinario” per la sovrabbondanza del mistero di grazia. Maria è a Nazaret. Vive le sue occupazioni di sempre. Come tutti, diremmo noi. Non proprio! Lei è piena di grazia, quindi ciò che per noi è intricato, difeso, inquieto, arrabbiato in lei non c’è. La sua risposta all’amore di Dio è tale che tutto il suo sentire è ordinato a lui, lei non cerca altro che Lui, in tutte le cose, sempre. Per questo è piena di grazia! Non ne ha un po’ come ne abbiamo noi, a volte di più a volte di meno. Forse perché il Signore fa discriminazioni? Tutt’altro. A tutti Lui offre Se stesso, interamente. Chi lo accoglie interamente vive di Lui e tutto vede e pensa, agisce e attende per e con Lui. Chi lo accoglie in parte si ritrova a “combattere” con quelle parti di sé che non sono pacificate nell’amore: dinamiche relazionali, dipendenze affettive, superbie e invidie ricorrenti, rancori e malintesi… Maria è tutta di Dio, perché è piccola, si sente proveniente dall’Alto. E dall’Alto giunge a lei l’angelo. Entra da lei, non trova ostacoli o porte chiuse. La parola di incontro è semplice: Rallegrati! Il Signore è con te. Ecco il motivo di ogni gioia. Quando il Signore è con te, tu non hai da temere, puoi gioire perché Lui pensa a te, tu gli appartieni. Maria si turba perché quelle parole: piena di grazia, nascondono un mistero incredibile e sono pronunciate lì, a casa sua, per lei. L’immensità di Dio è entrata in quel suo piccolo spazio. Quando tu avverti che Dio è vicino, la trepidazione interiore si fa sentire, tutto si illumina e al tempo stesso ti nasce in cuore un santo timore, la percezione reale della sua grandezza ravvicinata. Tu hai trovato grazia, concepirai, darai alla luce, chiamerai questo tuo bambino Gesù. E lui, questo tuo figlio è il figlio dell’Altissimo, il figlio di Davide: i secoli si incontrano in quel per sempre, non avrà fine … Maria ascolta e accoglie, non dubita, non pone condizioni. Si chiede semplicemente il come avverrà. Sa che Dio non la costringerà a qualcosa che lei non vuole. E allora? Non conosco uomo. Sarà possibile generare senza il concorso sponsale? Qui la proposta si fa ardua. Si entra pienamente nel soprannaturale che non cambia il corso umano ma lo trascende. Lo Spirito Santo, l’Amore di Dio, scendendo ti coprirà con la sua ombra. Ecco il concepimento: un abbraccio amante e pieno che avvolge e penetra di vita ogni tessuto personale. L’abbraccio divino, corrisposto pienamente da Maria, genera nel grembo la persona di Gesù. E Maria non esce dalla sua piccolezza, ma diventa per lei lo spazio privilegiato dell’incontro: Ecco la serva del Signore. Sono qui, non protagonista, ma serva. A Dio la gloria!

Il Vangelo dei piccoli

Oggi è festa grande, la festa di una mamma straordinaria, Maria, la mamma di Gesù. Straordinaria perché il suo amore per il Signore è talmente grande che non ha detto mai un no a quello che Lui voleva. Ti capita di sentire una cosa nel tuo cuore e di dover decidere in quel momento per il sì o per il no. Alle volte c’è una specie di lotta dentro, perché non sai cosa fare, ti sembrano giuste tutte e due le cose. Dopo che hai agito, ti accorgi di cosa era meglio. Ma cosa ti permette di non dire di “no” a Gesù? Quando tu vuoi bene a una persona ti accorgi di tutto quello che le fa piacere. E di conseguenza lo fai senza dubbi. Rinunci anche a quello che piace a te, pur di far piacere a lei. Questo è il sentiero dell’amore che Gesù ci ha portato. Maria, la mamma di Gesù, ha saputo sempre riconoscere cosa faceva piacere a Dio e quando ha portato Gesù in grembo e poi lo ha cresciuto non ha mai pensato di “comandare” lei su quel bambino che aveva bisogno del suo affetto, delle sue cure. Lei doveva obbedire a Lui, pur piccolo perché era Dio fatto bambino. In apparenza piccolo, ma immenso! Il segreto per vivere come lei e per dire a Dio un sì pieno di amore è il rimanere piccoli. Se tu pensi che Dio ne sa più di te, fai quello che Lui ti chiede. Quando pensi che ne sai più tu, ti inganni perché non è una cosa vera, ti illudi e poi ti inaridisci. Quando l’angelo va da Maria per dirle che sarebbe diventata la mamma di Gesù, lei non si mette a ragionare, a portare scuse e soprattutto non comincia a dire: Io sono la mamma di Dio. Poteva farlo perché era vero. Ma rimane nella sua piccolezza e dice: Eccomi, sono la serva del Signore. Di cosa ti puoi vantare, se tutto hai ricevuto da Dio? Puoi solo essere offrire ogni giorno la tua gratitudine perché Lui ti ama e ti colma di beni. Maria è Immacolata, senza macchia perché nel suo cuore c’è stato sempre e solo amore. Più ami, più le assomigli. E Gesù è contento se assomigliamo alla sua mamma: se l’è preparata da secoli: “bellissima”!

RASSOMIGLIANZE

Un missionario viaggiava su un veloce treno giapponese e occupava il tempo pregando con il breviario aperto. Uno scossone fece scivolare sul pavimento una immaginetta della Madonna.
Un bambino seduto di fronte al missionario si chinò e raccolse l’immagine. Curioso come tutti i bambini, prima di restituirla la guardò. «Chi è questa bella signora?», chiese al missionario.
«E’… mia madre» rispose il sacerdote, dopo un attimo di esitazione». Il bambino lo guardò, poi riguardò l’immagine.
«Non le assomigli tanto», disse. Il missionario sorrise: «Eppure, ti assicuro che è tutta la vita che cerco di assomigliarle, almeno un po’».

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